Allora: non dovete confondere ció che è lo stato di necessitá secondo il comune sentire da quello rubricato dall’art. 54 c.p. e 2045 c.c. Secondo il dettame giuridico si configura uno stato di necessitá come causa di esclusione dell’antigiuridicità di una condotta allorquando un soggetto si trovi di fronte alla necessitá di salvare se stesso o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona. In tale contesto la mancanza di cibo (ovviamente solo in casi specifici) potrebbe costituire pericolo di danno grave. Di converso ció non è ravvisabile in una semplice trombata ancorché al fine riproduttivo.
Preparati alla multa per le ragioni giuridiche spiegate anche se spero per te non ti debba ridurre a tanto
Il professionista del campo sei tu ma considerato che andare a comprare le sigarette, o il giornale sono considerati diritti inalienabili, non è scritto da nessuna parte, ma se tabaccheriae èd edicole sono aperte mi pare lecito e scontato che un povero cristiano ci possa andare, a maggior ragione il diritto a copulare dovrebbe per logica esserlo ancora di più. Penso rientri nei motivi di salute
Sigarette, giornali, cibo e farmaci (tabaccherie, edicole, super e farmacie) non sono rubricate come necessità ma quali attività ammesse per decreto ovviamente in quanto connesse a bisogni primari. Tutto ciò che non è ammesso e non codificato rientra invece nel consentito solo se rientra nello stato di necessità giuridica in capo a ciascuno di noi.