E91 335xi, F32 435i, F82 M4 e infine G80 M3 Competition!

Ah... La R19 1.8 16v! Un mio caro amico ne aveva una elaboratissima, di quel classico blu, con la quale abbiamo rischiato di finire in fosso andando a Jesolo! Per fortuna riuscì a recuperarla in extremis, ma credo di aver perso almeno 2 delle mie 7 vite seduto accanto a lui...

 

La partenza della Dolomites Street!
Al minuto 1’40” parte la Lamborghini Huracan che erancon noi, al 3’59” la California T HS del Doc, poi una F10 M5 e una Corvette grigia di alcuni amici americani, al 4’20” parto io e subito dietro Rikki72 con la M4 “gemella”, poi @Franzzz!
Notate subito dopo il Franzzz la strepitosa F12 Tfd rossa!

 

Boh, non ricordo, può essere

 

In effetti, si, era davanti al Franzzz!

 

No, dai, c’è pure il 488 GTB rosso, che lo fa in 1º in modo più coreografico
In realtà, se osservi quando esco dallo stop ho un leggero sobbalzo: è la iperreattività del pedale del gas in Sport+ (e magari pure il mio piede non sufficientemente sensibile).
Spero che Biesse mi risolva il problemino...

 

Preludio alla Dolomites Street (Part 1)

Io ho una grande fortuna: da quando guido, ogni mia nuova auto è più prestazionale di quella precedente.
Non solo. Sin dal 1996, quando mio padre mi regalo’ l’Ibiza 1.8 GTI 16v, ogni nuova auto mi da’ emozioni che non avevo provato prima, rilanciando e migliorando la mia esperienza di guida.
La M4 non si sottrae a questa regola, aggiungendo qualcosa in più: crea dipendenza. Si, perché, se passano diversi giorni dall’ultima volta che l’ho guidata, comincio ad essere insofferente: provo un ancestrale bisogno di sedermi al posto di guida, accenderla e andare! E andare di gusto, non solo passeggiare. È uno dei motivi per cui il mio consumo medio, dalla 335xi, alla 435i, fino alla M4, cresce in modo più che proporzionale rispetto alle potenziali percorrenze delle vetture. È infatti un desiderio irresistibile: settare i comandi nella posizione più sportiva possibile, calare i finestrini e via, andare, godendosi la sinfonia che solo motori a Ciclo Otto di questa caratura sanno regalarti!
Se poi l’occasione di tornarci a bordo è la Dolomites Street, beh, allora il godimento estemporaneo lascia il posto all’apoteosi dei sensi (automobilistici, si intende )!
Venerdì scorso, verso le 18, stavo giusto pregustandomi le successive 24 ore di “scuotimenti”, mentre scrutavo l’entrata del distributore in autostrada in attesa che comparisse la minacciosa sagoma nera del Ferrari California T HS o quella color verde acido della Huracan Trofeo dei miei “amichetti”.
Ero arrivato presso la stazione di servizio da poco, dopo una cavalcata impetuosa a velocità che non si scrivono e nemmeno si raccontano.
A un certo punto, a distanza di pochi minuti arrivano i due mostri: la California nera sfoggia nuovi scarichi Capristo che, pur non avendole migliorato la timbrica (che resta non particolarmente esaltante), ne hanno incrementato decibel ed “effetti speciali” (leggasi burbles), rendendo il suo sound possente e più coinvolgente.
Poi però ogni confronto esce ridimensionato quando compare la figura minacciosa della Huracan color kiwi: il suo impianto di scarico diretto provoca un sound letteralmente terrificante e meraviglioso nel contempo! INCREDIBILE! Da pelle d’oca!
Pochi convenevoli e via, riparto in testa al trio a ritmi indiavolati, che proseguono lungo la vecchia “Cavallera”, che conduce a Cortina.
Si, perché non ha senso percorrere la normale SS51, scorrevole, ma trafficata e noiosa. Molto meglio il vecchio tracciato totalmente deserto, che rappresenta un misto-veloce a dir poco esaltante.
Non ci credo. Sto trainando due mostri sacri, ai quali però non faccio da tappo, perché la mia M4 è mostruosa e spinge come una forsennata, sparandomi in un amen a velocità irripetibili. Cambio, motore, sterzo, ruote posteriori che pattinano, retrotreno che si muove, di continuo, sotto la spinta incessante di ondate impetuose di coppia: tutto rende tutto meravigliosamente divertente.
Caspita, quanti hanno il privilegio di vedere sullo specchietto retrovisore due sagome così nobili e iconiche? E di vederle non per un attimo, ma per km e km!
Cominciamo ad inerpicarci e arrivano i primissimi tornanti. Fatico molto a trovare un po’ di grip, perché ho le coperture posteriori a circa 1,8mm, ma parzializzando si riesce a gestire gli eccessi di coppia, ancorché l’eccessiva reattività del gas renda il tutto decisamente impegnativo. Ma anche questo è affascinante.
Dopo un po’ arriviamo a San Vito e ci uniamo alle altre M4 di @rikki72 e di @Franzzz, pronti per la cavalcata verso il Passo Falzarego, il mio Passo, “il” Passo, in questi periodi e a queste ore serali totalmente deserto e terreno ideale per divertirsi senza correre rischi inutili (o farli correre ad altri).
(To be continued...)

 

Preludio alla Dolomites Street (part 2)

Ma quanto caspita costa ‘sta Q8 100 ottani?? D’altronde, a San Vito di Cadore trovi questo prodotto e dai suoi 1000m di altitudine devi elevarti fino ai 2200 del Passo Valparola: per vincere la forza gravitazionale ampezzana i nostri motori necessitano del miglior propellente!
“Ragazzi, fino a Cortina andiamoci cauti, che c’è traffico e lavori in corso. Poi, dopo Ru Merlo, possiamo cominciare a divertirci quando entriamo nel bosco...” Giovanni (detto Lambo Doc) mi guarda beffardo e mi risponde: “No, dai, Gio, vediamo di non entrarci nel bosco!”
Al che, non posso esimermi da un rapido rito propiziatorio con ambo le mani, prima di infilarmi nell’abitacolo e risvegliare i 500cv circa dell’S55! Il mio compagno di viaggio, Sandro, mi guarda con sguardo tra il preoccupato e l’adrenalinico, invitandomi a ingranare la 1º...
Via, ripartiamo verso la Perla delle Dolomiti a ritmo vivace, ma non particolarmente sostenuto.
Attraversiamo il centro cavolo da un clima tranquillo e sommesso, tipico di questo periodo di morta stagione in cui, per me, la Perla splende di luce ancora più brillante, contorniata da colori meravigliosi. Ma è buio e i riflessi giallo-oro autunnali degli abeti possiamo solo immaginarli.
L’asfalto è asciutto e le gomme calde (35/40 gradi circa, ciascuna delle 4) quando ci lasciamo alle spalle l’ultima casa di Cortina e piombiamo nel buio del bosco.
Sono sempre io in testa al gruppo e comincio a fare davvero sul serio. Metto subito tutti i settaggi al massimo (Sport+) ed escludo totalmente i controlli.
No, ragazzi, la troppo poca gomma e i muretti e guardrail eccessivamente vicini al retrotreno mentre si allarga allegramente in uscita dalle curve di 2º mi consigliano di passare alla modalità MDM, ma realizzo subito che, con il setup CS/GTS, i controlli elettronici si traducono praticamente nel solo traction control! Il godimento resta massimo e, se si ha l’accortezza di dosare bene il gas in uscita, si evita l’intervento di qualsiasi “mano esterna” portando fuori velocità dalla curva in prolungato sovrasterzo di potenza!
Wow! La M4 sembra una tigre affamata alla quale hanno appena aperto la gabbia: vorrebbe azzannare tutto quello che le capita davanti! Le marce vengono sparate dentro con una violenza inaudita e a dopo ogni cambio di rapporto devi controllare il retrotreno che tende a scomporsi sotto la spinta dei circa 630nm. Questo S55 tira come un forsennato e non accenna a calare la cresta nemmeno a 7000rpm! Terrificante!
Dietro ho il prode Doc con il suo Ferrari California T HS da 640cv circa, che non mi molla un attimo. Giovanni con l’ululante Huracan si stacca un po’, ma perde solo qualche secondo, pronto a divorarmi in un sol boccone se abbasso il ritmo.
Arriviamo ad un semaforo alternato in prossimità del 5 Torri per dei lavori in corso. Il silenzio è rotto solo dai latrati spaventosi dei nostri scarichi. Il gruppetto si è ricompattato.
Mi giro verso Sandro e gli dico: “Mancano pochi km alla vetta, adesso provo a spingere un po’ di più”.
Riparto ed entro nell’iperspazio; pure il Doc si stacca, di poco, ma si stacca. Perdo il conto del numero di volte in cui sterzo in senso contrario alla curva uscendo dai tornanti... Sono di nuovo in DSC Off e il differenziale autobloccante al 100% mi aiuta molto, ma non ho più trazione. Peccato che il pedale del gas in Sport+ sia così difficile da gestire...
Arriviamo in cima e l’attraversamento della carreggiata da parte di una bella volpe mi segnala che è giunto il momento di sollevare il piede. Sono molto felice.
Ora posso avvisare Jaems e il suo gruppo di chiassosi e simpatici americani che stiamo per scendere in Val Badia e che ho prenotato a La Villa per le 20.45, ma loro stanno già festeggiando a suon di vino rosso da almeno un’ora...
(To be continued...)

 

No, non penso proprio possa essere più efficace: non ho purtroppo provato la Lambo, ma la California ad agosto mi aveva impressionato in tutto, proprio tra i tornanti dolomitici. Con l’assetto Handling Speciale si è rivelata davvero una “lama”!
Diciamo che nel caso della salita descritta nel post ha contato molto la conoscenza del percorso e io quelle strade le conosco come le mie tasche :)