La Vecchia Signora... | Pagina 833 | BMWpassion forum e blog
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La Vecchia Signora...

Discussione in 'Sport e Calcio' iniziata da diddle 320d, 6 Novembre 2009.

Tag (etichette):
  1. modigliani79

    modigliani79 Primo Pilota

    1.276
    1.717
    4 Ottobre 2015
    Roma
    Reputazione:
    1.054.567.441
    X4 lci msport,Mercedes GT 63 AMG
    Ormai voi juventini siete diventati pivelli in confronto alla rom-a...sono stati tutta la settimana a piangere e a gridare al complotto...e magicamente stronzman l'hanno graziato..io nn ricordo che avessero mai tolto a un giocatore entrambe le giornate. Una cosa incredibile. Mentre al nostro Cataldi,che tra l'altro è un ragazzo d'oro col cavolo che l'hanno tolta. E ha preso pure l'acqua in faccia...spero che la prossima settimana li distruggete...se giocano come hanno giocato il derby,ne beccano quattro dalla juve...
     
  2. bluemarine

    bluemarine Presidente Onorario BMW

    7.441
    4.717
    9 Giugno 2008
    Wichita KS
    Reputazione:
    1.131.212.559
    Subaru Crosstrek Limited AWD
    Non aspettiamo altro.
     
  3. Aesse

    Aesse Primo Pilota

    1.374
    28
    10 Agosto 2013
    Reputazione:
    259.200
    118d Audi 3 spk Gsxr 1000 k6
    Beh,questa è la loro partita dell'anno.

    Il pullman della Juve è stato accolto a calci?

    No sai,sono sempre gli altri brutti e cattivi
     
  4. Aesse

    Aesse Primo Pilota

    1.374
    28
    10 Agosto 2013
    Reputazione:
    259.200
    118d Audi 3 spk Gsxr 1000 k6
    Creato precedente. Bene Bene [emoji48]
     
  5. bluemarine

    bluemarine Presidente Onorario BMW

    7.441
    4.717
    9 Giugno 2008
    Wichita KS
    Reputazione:
    1.131.212.559
    Subaru Crosstrek Limited AWD
    Mah... certo che i bovini sono proprio l'antitesi della sportività e dell'obiettività. A parte gli "annuali" assalti al pullman della Juve che dovrebbero costargli ogni volta almeno 3 giornate di squalifica del campo, cosa che puntualmente non avviene, ma ...nei loro commenti su Tuttosport, carichi del solito rancoroso livore, leggo che ci avrebbero "presi a pallonate" e che abbiamo rubato i 3 punti.... :eek:

    Non ho visto la partita (anche se negli highlights su youtube prima del gol granata ho visto 3 nitide occasioni per la Juve) ma riporto il tabellino di diretta.it ..

    Non so che partita han visto....

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    [TD=class: mstat-date, colspan: 3] 11.12.2016 15:00[/TD]

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    [TD=class: score stats, align: center]Tiri Fermati[/TD]



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    Ultima modifica di un moderatore: 12 Dicembre 2016
  6. Garby

    Garby Presidente Onorario BMW

    9.408
    186
    30 Giugno 2008
    Reputazione:
    63.521
    Porsche Cayman 718 GTS 4.0
    1-3 è un risultato severo e un po' bugiardo ...da qui a dire che ci hanno preso a pallonate c'è una bella differenza
     
  7. Sgranfius

    Sgranfius

    31.601
    21.625
    20 Dicembre 2006
    Reputazione:
    2.147.405.114
    Batmobile
    La scelta di mettere la squadra a quattro davanti da parte di Mihajlovic è stata quantomeno discutibile: fino a quel momento avevano giocato bene, arrivando al tiro in diverse occasioni nel secondo tempo. Sono persuaso che avremmo vinto lo stesso, ma il gol di Higuain dopo trenta secondo dai loro cambi ha spento letteralmente il Torino. In merito ai tifosi, due considerazioni: la prima è che non potendosela prendere con l'arbitro (due gialli inesistenti ai nostri, un rigore negato) si consolano con quello che gli resta, cioè una bella partita; la seconda, ahimè, coinvolge la nostra squadra ed è riferita ad un articolo pubblicato sul The Guardian il 1' dicembre scorso, che analizza i rapporti tra società, ultras e criminalità organizzata. L'ho tradotto interamente e domani lo posto a stralci (è piuttosto lungo). È a dir poco inquietante.
     
  8. tretrecinque

    tretrecinque Presidente Onorario BMW Oltre 2.147.378.170 Rep

    20.125
    8.698
    12 Novembre 2007
    Lazio, Roma
    Reputazione:
    2.147.467.538
    X3M competition
    La roma è incredibilmente agevolata, ma hanno uomini in ogni dove, quindi è tutto stranamente coperto, e si permettono anche di sbeffeggiare proponendo delle ridicole scuse del giocatore pupazzo a squalifica annullata. Non cambiano mai, basti pensare che durante la partita giocano palla con il loro giocatore a terra, poi appena perdono palla reclamano lo stop all'arbitro, per poi restituirla al portiere avversario e far ricominciare l'azione di gioco in vantaggio di difesa, reclamano su ogni episodio anche se a torto, sono l'antisportività fatta squadra e la tramandano ad ogni loro giocatore sin dall'inizio.
     
  9. Sgranfius

    Sgranfius

    31.601
    21.625
    20 Dicembre 2006
    Reputazione:
    2.147.405.114
    Batmobile
    Come anticipato, posto l'articolo in più parti.

    DENTRO AGLI ULTRAS ITALIANI: I TIFOSI PERICOLOSI CHE CONTROLLANO IL GIOCO

    Quando una figura chiave di un potente gruppo di ultras si uccide a Luglio, la polizia sospetta che la mafia si serva degli ultras per entrare in gioco.

    Di Tobias Jones

    Il 7 luglio di quest'anno, il corpo di Raffaello Bucci è stato trovato sotto il cosiddetto "viadotto dei suicidi". Solamente il giorno prima era stato interrogato dalla polizia nell’ambito di un’indagine sui legami tra il calcio e la criminalità organizzata. Il viadotto è una struttura imponente che collega Torino a Cuneo, una città 100 chilometri a sud e la Francia sud-orientale. Gli archi che portano la doppia carreggiata sul fiume Stura di Demonte sono alte 45 metri. Fu in questo stesso posto che Edoardo, figlio unico di Gianni Agnelli (proprietario della Fiat e della Juventus), si tolse vita nel 2000.

    La vita di Bucci, così come la sua morte, sono legati alla famiglia Agnelli. Anche se è cresciuto a San Severo, città a 850 km a sud di Torino, Bucci era - come molti meridionali che si spostano al nord - un sostenitore accanito della Juventus. Era cresciuto guardando i grandi della "Vecchia Signora" del calcio italiano: Platini, Baggio, Ravanelli, Vialli, Del Piero. Per lui la Juventus è stata, secondo uno dei suoi più vecchi amici, “un’autentica ossessione".

    Il suo nome di battesimo era Raffaello, ma tutti lo conoscevano come Ciccio. Le sue radici erano umili: suo padre era un custode della scuola, la madre una casalinga. Erano molto cattolici e - secondo gli amici – anche indulgenti. A detta di tutti Bucci era una simpatica canaglia: allegro e divertente, era un trascinatore, un leader naturale. Frequenta la scuola di ragioneria per studiare contabilità, e grazie ad un ampio gruppo di amici viene eletto rappresentante degli studenti, anche se non disdegna frequentare gli insegnanti, coi i quali viene sorpreso mentre giocava al totocalcio in un bar.

    Non appena finisce la scuola si trasferisce, a metà degli anni 1990, a Torino, la casa della sua amata Juventus. Con la sua griglia perfettamente parallela di strade incorniciate da due fiumi tranquilli e le Alpi a nord, la città è austera e grande. E’ anche un luogo di bon-viveurs, rinomata per i suoi vini pregiati, cioccolatini e bevande aromatiche (Campari, Martini e Cinzano).

    Bucci non ha trovato un lavoro come contabile, ma aveva molta energia e immaginazione e ben presto si apre un varco nel mondo lucrativo di vendita dei biglietti partita. Inizia cercando e vendendo biglietti ai suoi amici, poi agli amici degli amici. Vedeva se stesso come un fornitore affidabile per i suoi compagni, anche loro fanatici Juventini. Nelle fotografie di quegli anni, lui non ha l'aspetto duro di molti bagarini: aveva una faccia lunga e magra, un sorriso sfrontato e delle continue e sottili sfumature.

    Gli appassionati di calcio in Italia sono noti per il loro sostegno febbrile: la parola italiana per il fan, "tifoso", si traduce come coloro che hanno il tifo. Ma Bucci è stato dipinto come ancora più accanito degli "ultras" – vere e proprie imprese costituite da gruppi affiatato di fanatici, create non solo per sostenere una squadra, ma per promuovere il proprio marchio e gli interessi del gruppo stesso.

    I primi gruppi di ultra si sono formati alla fine del 1960, quando i sostenitori di Milan, Inter, Sampdoria, Torino e Verona formavano bande rumorose e talvolta violente. I gruppi originali erano spesso di estrema destra, oppure influenzati dalle storie romanzate di guerriglia della sinistra antagonista (di qui nomi come "Brigate", "Fedayeen" e "Commando"). Nel corso del tempo, con l’aumentare dei gruppi di teppisti inglesi conosciuti dome “hooligans”, i nomi dei gruppi ultras divennero anglofoni( "Fighters", "Old Lions", "Boys") o più selvaggi ("Deranged", "Out of Our Heads").

    Verso la metà degli anni settanta, tutti i più importanti club italiani avevano il proprio gruppo ultra e soltanto un decennio più tardi, la maggior parte ne aveva a dozzine. I gruppi avrebbero trascorso gli anni successivi nel frammentare, raggruppare, rinominare e reinventare loro stessi; il tutto al fine di prendere possesso del centro della curva. Questa zona, dietro la porta, è stato tradizionalmente il luogo dove o più poveri, ma più devoti fan di un club, si assemblavano. La curva è tanto territoriale quanto lo è l’angolo di un trafficante di droga e lo spazio viene conteso e gestito dagli ultras allo stesso modo: risse, accoltellamenti, sparatorie e a volte alleanze e accordi commerciali.

    Ci sono 382 gruppi di ultras in Italia, alcuni dei quali sono ancora esplicitamente politici (40 di estrema destra e 20 di estrema sinistra). Poiché la Juventus riceve il sostegno da tutto il Paese, i suoi ultras sono più eclettici rispetto a quelli della maggior parte delle altre squadre. Bucci è stato coinvolto in un gruppo chiamato i Drughi. Il nome è preso dai Drughi di Arancia Meccanica - giovani, noti per la loro violenza raffinata ma oscura. Il logo del gruppo, riprodotto su bandiere, stendardi, distintivi e cappelli, si compone di quattro sagome umane con manganelli e bombette, su uno sfondo bianco o arancio. Un poster di Benito Mussolini campeggia nel centro del loro ritrovo privato ​​a Mirafiori, tre fermate dell’autobus oltre la fine della metropolitana di Torino.

    In uno sport caratterizzato dalla scorrettezza percepita di giocatori e proprietari, gli ultras si considerano i soli elementi fedeli di un club. In un mondo senza radici, offrono un senso di appartenenza. Questo aspetto, certamente, esercitava una grande attrazione per Bucci.

    Ma c’è sempre stato un lato oscuro per gli ultras. Sono stati al centro dei momenti più violenti accaduti sugli spalti negli ultimi 50 anni e sono coinvolti in attività illecite: bagarinaggio, merci contraffatte e anche spaccio di droga.

    - - - - - aggiornamento post - - - - -

    Inizialmente Ciccio Bucci non ha visto il lato oscuro. Conduceva una vita incantata, aveva molti soldi e molti amici al margine della quasi legalità del calcio di Serie A. Ha anche visto il suo bagarinaggio come un modo per realizzare il suo sogno di lavorare, un giorno, per il grande club. Come in tanti altri aspetti nella vita italiana, il rapporto tra la Juventus e i suoi ultras non era basato sul confronto aperto, ma operava attraverso compromessi segreti. In cambio di uno stadio sicuro e di un tifo caloroso, la Juventus ha aiutato gli ultras a fare milioni di euro a stagione con il bagarinaggio. Come Michele Galasso, un avvocato che ha rappresentato sia la Juventus che i capi ultra, dice: "Il compromesso tra la Juventus e gli ultras era semplicemente il compromesso tra le regole e le realtà."

    Anche se gli ultras sono, per certi versi, paragonabili al vecchio stile degli hooligans inglesi, operano la loro pianificazione a livelli quasi militare. Essi compiono agguati ai rivali per catturare la loro bandiera, come fosse una bandiera nemica. Annunciano anche la loro presenza nello stadio eseguendo esercitazioni e saluti, con bandiere e canti, battendo tamburi e sparando razzi. Ogni gruppo ha una propria uniforme e un luogo di incontro - normalmente un bar o club privati, pieno di loghi, slogan e memorabilie. Prima di un grande match, questi club sembrano una stanza sul retro di una banca: pile di biglietti e banconote, circondate da uomini di mezza età con occhiali a mezzaluna sulla punta del naso e calcolatrici sotto le mani.

    All’epoca in cui Ciccio si trasferisce a Torino, verso la metà degli anni novanta, gli ultras stavano diventando sempre più potenti. Essi potevano bloccare l'acquisto di giocatori a loro sgraditi (una piccola fazione antisemita di ultras dell’Udinese ha contestato i tentativi del club per acquisire l'attaccante israeliano Ronnie Rosenthal), o la vendita di coloro che a loro piacevano - come il trasferimento ventilato di Beppe Signori dalla Lazio al Parma - minacciando boicottaggi dell’intero stadio che sarebbero costati ai club coinvolti milioni in mancati introiti.

    Con l’aumento dell’influenza degli ultras, il numero di persone ferite dentro e fuori gli stadi di calcio è passato da 400 nella stagione 1995-1996 a 1.200 nel 1999-2000. I nomi dei "martiri" della violenza legata agli ultras spesso sono messi in bella vista con vernice spray sui muri delle città di tutta Italia. Si compiono tributi sia dai gruppi di ultras che dai tifosi non organizzati: Claudio Spagnolo (accoltellato mentre si recava ad una partita); Vincenzo Paparelli (morto colpito in testa da un razzo nautico sparato da un altro ultra dalla curva opposta); Antonio De Falchi (tifoso della Roma ucciso fuori dallo stadio); Antonio Currò (tifoso del Messina, ucciso da una bomba carta ad opera di un tifoso del Catania); Sergio Ercolano (precipitato da una tribuna nel 2003).

    A volte l'etichetta di ultra è poco più di una foglia di fico per celare il neofascismo. Quando il giocatore olandese Aron Winter - figlio di un padre musulmano e di madre ebrea - firmò per la Lazio nel 1992, apparvero dei graffiti fuori del campo di allenamento del club con la scritta "Winter Raus" – un richiamo alle parole "Juden Raus" della Germania nazista. Nel 1997, alcuni ultras del Torino, lanciarono un marocchino, Abdellah Doumi, nel fiume Po, causandone la morte per affogamento: uno di loro possedeva un cane di nome Adolf. Verso Doumi, che non sapeva nuotare, furono gettate diverse bottiglie e un aspirapolvere, al grido di "Sporca mer.da nera".

    Nel 2004, un gruppo di ultras della Roma ha causato la cancellazione di un derby contro la Lazio trascorsi quattro minuti del secondo tempo, sostenendo che fuori dello stadio un ragazzo era stato ucciso da una macchina della polizia. I tifosi di entrambe le squadre protestarono furiosamente contro la polizia, anche dopo diversi e ripetuti annunci che nulla del genere era accaduto. Le immagini del capitano della Roma, Francesco Totti, circondato dai leader ultra che gli dicono di non giocare, sono diventate un simbolo del potere dei gruppi di ultras che va oltre il calcio italiano. Mentre tornava con gli altri giocatori, Totti chiamò il proprio direttore e gli disse: "Se giochiamo, vengono qui e ci ammazzano."

    Alcuni di coloro che appartengono al mondo degli ultras non sono tifosi, ma dei semplici piccoli criminali che sperano di fare soldi facili. In una telefonata recentemente registrata dalla polizia nell'ambito delle indagini sui legami tra ultras e criminalità organizzata, ad un ultra è stato chiesto, da un amico, se stesse andando allo stadio di Domenica. "Se stiamo facendo soldi? Sì." fu la risposta. “Perché cos’altro mi dovrebbe interessare?" Ci sono storie, anche occasionali, di ultras che cambiano squadra non come tifosi, ma come investitori.

    Ma nessuno poteva accusare Bucci di non essere fedele alla Juventus e ai Drughi. Era così bravo a vendere i biglietti che ha guadagnato una stella d'oro sulla trave di legno nel club privato del Drughi: "R. Bucci", si legge. Era allo stadio per ogni partita. Spesso ero lo stesso Bucci a dirigere i canti dei tifosi con un megafono.

    Nel 2004, Bucci incontra Gabriella, una ragazza di Cuneo. Si sposò ed ebbero un bambino. La coppia viveva a Beinette, un paese alle porte di Cuneo. La zona è una strana combinazione tra rustico e industriale. Le mucche pascolano tra le case, in lontananza si possono vedere i primi, possenti rilievi delle Alpi, di fronte all’abitazione di Bucci, sorge un deposito di materiali ferrosi e in diversi incroci prostitute in minigonna si siedono accanto ai campi coltivati a mais.

    Bucci fa sempre avanti e indietro tra Beinette e Torino, un'ora a nord-est, dove ha un piccolo appartamento sopra un bar vicino allo stadio della Juventus. Era sempre al telefono. La moglie dirà che aveva il terrore di perderlo e che suonava in continuazione, di giorno e di notte, con persone che lo imploravano per avere i biglietti.

    Bucci poteva sembrare l’uomo di riferimento per i biglietti, ma non lo fu mai per davvero. Lo era invece Dino Mocciola, capo dei Drughi, che ha trascorso 20 anni in prigione per rapina a mano armata e omicidio di un poliziotto. Poche persone si avvicinano al famigerato Mocciola: dopo il suo rilascio dal carcere nel febbraio 2005, gli è stato vietato di entrare allo stadio, quindi a differenza di altri leader ultra, non sono presenti sue fotografie sugli spalti ma solo la foto segnaletica scattata quando è stato arrestato nel 1989. Una fonte della squadra mobile di Torino descrive Mocciola come la Primula Rossa: egli non ha utilizzato un telefono cellulare per anni. Nemmeno i suoi avvocati, dicono, sanno come raggiungerlo, ma tale è la sua notorietà che subito dopo aver scontato la sua pena, gli affiliati di un gruppo di ultras della Roma esposero uno striscione allo stadio della Juventus con scritto: "Ciao Dino. Bentornato".
     
  10. Sgranfius

    Sgranfius

    31.601
    21.625
    20 Dicembre 2006
    Reputazione:
    2.147.405.114
    Batmobile
    I Drughi, mentre Mocciola era in prigione, erano stati messi in disparte, spostati dal centro ai margini della curva, con tutto ciò che implicava sia per il loro prestigio che per i loro interessi commerciali. "La predominanza in curva vale oro", scrisse in merito un giornalista, "significa essere l'intermediario del club. Porta biglietti gratuiti, favori e indennità di viaggio nelle trasferte. "

    Con Mocciola fuori di prigione, i Drughi cominciano però a riaffermarsi. Nell'aprile 2005, un ultra juventino di un gruppo rivale, i Fighters, è stato accoltellato – probabilmente da un Drugo. La conseguente faida è durata più di un anno: nell’estate del 2006, due Drughi (compreso Mocciola) sono stati accoltellati e cinquanta tifosi vennero arrestati per degli scontri tra diversi gruppi di ultras juventini. Ma a quel punto, sotto la guida del Mocciola, l'equilibrio del potere si era nuovamente spostato: i Drughi erano dominanti. I Fighters, si divisero confluendo in altri gruppi e Mocciola rafforzò la sua posizione divenendo il re indiscusso della curva.

    Poiché a lui era vietato assistere alle partite, Mocciola aveva bisogno di un luogotenente in prossimità dei tornelli, di tiranneggiare negli spalti e di avere contatti con il club. Bucci sembrava conoscere tutti e con la sua formazione di contabile aveva una buona predisposizione mentale per i numeri. Era vicino al personale della Juventus, tanto da dormire, a volte, nell’appartamento di Stefano Merulla, responsabile della divisione vendite dei biglietti del club. Era il candidato perfetto.

    Bucci aveva coronato il suo sogno. Era vicino alla sua amata squadra e ai suoi tifosi. Aveva un reddito e una famiglia. "Quando Ciccio tornava al sud," mi ha detto un amico di Bucci, "parlava sempre di Gabriella e di suo figlio, mostrandoci le fotografie."

    Ma non poteva durare. Dopo anni di frenetico volantinaggio e spaccio del marito, con rientri in tarda notte da Torino, la moglie di Bucci ne aveva avuto abbastanza. Era spesso fuori casa e, secondo la sorella di Gabriella, discutevano spesso su come lui stesse rovinando il figlio. A Gabriella non piaceva quando Bucci lo portava con sé in città, tenendolo anche durante la notte. Nel 2011, la coppia si separa, pur rimanendo in buoni rapporti. Bucci compra un piccolo appartamento a Margarita, un paese vicino con un piccolo castello e la chiesa in mattoni color ruggine.

    Il suo ruolo, di persona al centro tra legalità e illegalità diventa ad un certo punto ancor più difficile quando, nel 2007, un giovane poliziotto di nome Filippo Raciti, viene ucciso durante gli scontri tra la polizia e i tifosi del Catania.

    L'uccisione di Raciti convinse i politici italiani a confrontarsi con la minaccia dei tifosi violenti. Tutti gli incontri furono sospesi per una settimana, vennero istituite severe misure contro gli ultras, incluso il divieto di portare razzi, megafoni e tamburi. Gli striscioni dovevano essere approvati dai club. Veicoli blindati e telecamere di sicurezza erano presenti ad ogni livello.

    La Juventus aveva particolari ragioni per voler fermare la violenza. Il club aveva recentemente acquisito la Stadio delle Alpi dal Comune e stava progettando di costruirne uno nuovo con 41.000 posti a sedere, il che significa che sarebbe stato uno dei soli tre club in Serie A a possedere un proprio impianto sportivo (tutti gli altri sono di proprietà statale o comunale). Il reddito sarebbe stato immenso e la sicurezza dove rappresentare lo stato dell’arte. C'era così tanto denaro in gioco, che l'ultima cosa che la dirigenza del club voleva, era quella di essere multato o anche penalizzato a causa del comportamento dei suoi ultras.

    Le alte sfere della Juventus ritennero necessario raggiungere un compromesso con i loro fan più accaniti. Questo compromesso sarebbe poi diventato oggetto di un'indagine di polizia: interrogato nel luglio di quest'anno, il responsabile della vendita dei biglietti della Juventus, Stefano Merulla, ha ammesso che il club avrebbe fornito centinaia di biglietti gratuiti per le partite, ai leader di ogni gruppo di ultras, attraverso un’agenzia di biglietti chiamato Akena, in cambio di un buon comportamento. Questo era in chiara violazione delle regole, le quali prevedono che non più di quattro biglietti possano essere venduti ad un singolo individuo.

    La Juventus ha strenuamente negato ogni addebito. In una dichiarazione per il Guardian, il club ha detto: "Nessun dirigente o dipendente della Juventus è sotto inchiesta e quelli che sono stati ascoltati dall'autorità giudiziaria sono stati chiamati in qualità di testimoni. Va notato inoltre che la Juventus, come emerso dalle indagini, ha sempre pienamente cooperato con le forze dell'ordine".

    I biglietti delle partite erano però solo il pane e burro del compromesso. La vera carne era negli abbonamenti. All'inizio di ogni stagione, un militante di una delle organizzazioni degli ultras pare passasse tutta la città chiedendo in prestito carte d'identità da parte di quante più persone possibili, in modo da poter essere duplicati. Avrebbe poi fotocopiato le centinaia di carte d'identità o passaporti raccolti e li avrebbe usati per comprare una pila di biglietti stagionali dalla Juventus. Dal momento che il titolare del biglietto non aveva alcun interesse a partecipare alle partite, i gruppi potevano offrire l'abbonamento, partita dopo partita, sempre al miglior offerente. (Tutto ciò richiede che gli uomini della sicurezza ai tornelli non notino la discrepanza tra il nome del titolare del biglietto e quello del presentante, ma poiché c'erano furgoni pieni di ultras parcheggiati all'esterno della Curva Sud, naturalmente, nessuno ha pensato di farlo).

    Anni dopo, in una sorprendente ammissione alla polizia, Merulla ha dichiarato che conosceva gli ultras che "facevano il business" coi biglietti: "Il compromesso - ha detto - è stata una buona soluzione per tutti". La Juventus ha uno stadio vivace ma sicuro e ha vinto cinque campionati consecutivi tra il 2011 e il 2016; la famiglia Agnelli – anche grazie al giornale della città, la Stampa, di loro proprietà - ha continuato ad essere venerata a Torino quasi come fosse una famiglia reale. In cambio, nel frattempo ciascuno dei personaggi più potenti degli ultras stava traendo consistente profitto senza alcun problema.

    Con ben 300 biglietti a partita e 300 abbonamenti, pagamenti della media di 50 euro per giornata e con i trenta e più incontri in una stagione (a seconda del percorso nelle coppe), ogni gruppo di ultras potrebbe avere un ricavo vicino a un milione di euro l’anno. Era un ottimo affare, con un rischio minimo (secondo il diritto italiano il bagarinaggio non è un reato, ma solamente un "illecito amministrativo" - frode amministrativa - punibile con una semplice multa). Non c'è quindi da stupirsi se Bucci aveva sempre avuto i soldi pronti. Non c'è però da stupirsi se le varie famiglie mafiose stavano cominciando a gettare uno sguardo colmo di invidia sugli ultras juventini.

    Nel dopoguerra si decise che il modo migliore per diminuire la potenza della mafia nel sud Italia era stato quello di allontanare i suoi peggiori elementi dal loro territorio di appartenenza e mandarli al nord, dove la gente rispettava di più la legge, lontano dai loro soci criminali. Iniziata nel 1956, questa pratica è stata chiamata "soggiorno obbligato", un "soggiorno obbligatorio". Naturalmente, invece di rimuovere la mafia dal sud, queste misure furono semplicemente esportate anche al nord.

    La mafia calabrese - conosciuta come 'ndrangheta – appartenente alla regione che costituisce la punta dello stivale d'Italia, si è rivelata la più abile di tutti, insinuandosi nel nord Italia. Iniziando con la vendita di prodotti contraffatti quali l’olio di bergamotto (l'originale si coltiva in Calabria ed è utilizzato come aromatizzante nel tè Earl Grey), la 'ndrangheta ha esportato le sue imprese al nord: usura, estorsioni, gioco d'azzardo illegale, i cartelli nelle costruzioni ed il traffico di droga. Il Piemonte, regione al confine con la Francia e con la Svizzera, è stato uno dei maggiori centri industriali d'Italia e una calamita per la mafia calabrese.

    Nel 2013, due particolari calabresi erano di interesse per gli investigatori antimafia: Saverio Dominello e suo figlio Rocco. Erano sospettati di far parte del potente clan di Rosarno, coinvolti in estorsioni nei piccoli centri tra Torino e Milano. Gli investigatori ritengono che i Dominello fossero coinvolti nella vita notturna con night club e narcotici. Il padre Saverio era uno della vecchia scuola, un tipo burbero, ma Rocco è stato spesso descritto come uno uno garbato, raffinato.

    Da conversazioni registrate nella primavera dello stesso anno, gli investigatori deducono che la famiglia Dominello stava progettando di muoversi sul business del bagarinaggio a Torino, volendo formare il proprio gruppo di ultras, chiamato "Gobbi" ("gobbi" è il soprannome per i tifosi della Juventus). Saverio e Rocco Dominello sapevano di dover procedere con cautela e ottenere l'approvazione degli altri gruppi ultra. Le parole usate da Saverio Dominello "Se il piatto è rotondo lo si taglierà in cinque fette”, delineano proprio l’antico modo di procedere: suddividere i profitti tra i diversi cartelli.

    Lentamente le altre parti interessate sono state sondate sul nuovo gruppo ultra. Il capo degli ultras Viking, un giocatore di poker noto per avere connessioni coi siciliani, diede il suo assenso. Anche le roccaforti della 'ndrangheta al sud si dichiararono d’accordo. L'uomo che stava al comando del nuovo gruppo ultra era sotto sorveglianza della polizia e si vantava al telefono di avere il sostegno dei clan mafiosi: "Abbiamo le spalle coperte, abbiamo i ragazzi che contano. Che ***** vuoi di più? "

    Il 20 aprile 2013, uomo di punta dei Drughi, Dino Mocciola, ha incontrato i Dominello ed i loro associati. I Dominello arrivarono con ostentata umiltà a bordo di una Fiat 500, mentre Mocciola esibiva una Serie 1 BMW. Entrarono in un bar di Montanaro per un incontro che durò quasi due ore. Un dispositivo di ascolto della polizia nascosto in una delle auto dei Dominello consente di ascoltare gli uomini mentre si fanno vanto della potenza del nuovo gruppo dei Gobbi: "Hai avuto l'onore di sedere a tavola con Dino... Nessuno può toccarti. Tu sei il numero uno... E’ può stabilire una regola se qualcuno si comporta male." Il giorno dopo, 21 aprile 2013, in un match cruciale contro il Milan il nuovo gruppo stesso si è presentato allo stadio con un enorme striscione: "Gobbi ".

    In tutta Italia, gli ultras stanno riaffermando sé stessi. La popolarità dei gruppi è in aumento tra i tifosi e la mancanza di volontà politica ha fatto sì che la loro influenza non sia stata contrastato da parte delle autorità. Nel 2012 uno scontro salvezza contro il Siena è stata interrotto per 45 minuti, quando gli ultras del Genoa gettarono fuochi d'artificio in campo urlando ai propri giocatori di togliersi le magliette, per la vergogna di perdere 4-0. Ad eccezione di uno, tutti i giocatori si tolsero timidamente le maglie di gioco. Altri incontri sono stati interrotti a causa delle rivolte dei tifosi. Nel 2013, nella terza divisione italiana, la Lega-Pro, un incontro tra Salernitana e Nocerina è stato fermato quando cinque giocatori della squadra ospite, ai cui ultras era stato vietato di assistere alla partita, simulavano infortuni in segno di protesta. La partita fu interrotta.

    Rocco Dominello diventò rapidamente influente sia tra i funzionari della Juventus che tra i diversi gruppi di ultra. Fu introdotto a Stefano Merulla. Divenne inoltre caro amico del responsabile della sicurezza della Juventus, Alessandro D'Angelo, e prima del giugno 2013 lo stava già controllando. Quando D'Angelo informò Dominello che l'assegnazione dei biglietti ai rivali dei Viking era stata stata ridotta, Dominello rispose: "Come ti avevo detto", vantandosi anche del fatto che loro ”hanno paura di me".

    La Juventus non fece nulla per fermare l'ascesa di Dominello. Nel mese di gennaio 2014 un cittadino svizzero si lamentò con il club di aver pagato 620 euro per un biglietto il cui valore ufficiale era di 140 euro. I controlli interni da parte del club dimostrarono che il biglietto era stato inizialmente fornito a Dominello da D'Angelo. Merulla cominciava ad avere sospetti su Dominello. "Non so che lavoro fa, non so che influenza ha" disse Merulla in una telefonata ad un altro membro ultra, intercettata dalla polizia. Dominello era, disse, "misteriosamente potente" – espressione in codice per definirlo un mafioso. Eppure, nonostante tutti questi timori, appena una settimana dopo la denuncia dello svizzero, D'Angelo disse a Dominello che avrebbero trovato un modo per ottenere biglietti usando "un canale diverso".
     
  11. actarus8v

    actarus8v Presidente Onorario BMW

    50.762
    5.220
    31 Ottobre 2007
    Parthenopes
    Reputazione:
    97.650.378
    Christine
    cavolo, poi leggo con calma ;) /emoticons/wink@2x.png 2x" width="20" height="20" />
     
  12. Sgranfius

    Sgranfius

    31.601
    21.625
    20 Dicembre 2006
    Reputazione:
    2.147.405.114
    Batmobile
    Nel leggere le trascrizioni giurate della polizia delle conversazioni telefoniche di D'Angelo, divenne chiaro che lui non fosse all’altezza. Aveva instaurato un rapporto amichevole con gli ultras ed era apparentemente ignaro dei loro rapporti più oscuri. Una fonte all'interno della Squadra Mobile di Torino dice "C'è stato un errore di giudizio [dalla direzione Juventus]. Pensavano di poter gestire la cosa." Un giudice, in seguito, scrisse che D'Angelo e la Juventus sembravano comportarsi con "sudditanza e sottomissione" per quanto riguarda Rocco Dominello. Parte del problema, come di consueto in Italia, era un sistema clientelare che ha promosso amici invece di professionisti. Il padre di D'Angelo era stato l'autista di Umberto Agnelli e Andrea Agnelli (ora presidente della Juventus), era stato un suo amico d'infanzia.

    Nel 2014, gli ultras diventarono ancora più problematici. In occasione del derby Juventus-Torino in primavera, Mocciola indisse uno sciopero del tifo con una dimostrazione di potere gerarchico tra i gruppi del tifo organizzato: voleva che Drughi ricevessero più biglietti e a prezzi più convenienti. D'Angelo, che per anni si riferiva a Bucci come riferimento per mantenere il compromesso tra la Juventus e gli Ultras, stavolta si mise invece in contatto con il calabrese Rocco Dominello: "Voglio che voi stiate calmi, così staremo calmi anche noi e andremo avanti insieme.” Era chiaro come l'influenza di Bucci fosse in declino.

    La finale della Coppa Italia, il 3 maggio dello stesso anno, tra Napoli e Fiorentina, fu stata segnata da atti di violenza prima della partita. Un fascista ex ultra della Roma sparò a tre tifosi del Napoli, uno dei quali morì in seguito. Gli ultras del Napoli erano così infuriati che impedirono per oltre mezz’ora l’inizio della partita. Il loro leader, Genny 'a carogna, indossava con orgoglio una maglietta nera che esortava il rilascio dell’uomo detenuto (Speziali) per aver ucciso l’ Ispettore Raciti nel 2007.

    Il 25 novembre 2014, gli investigatori fecero un passo in avanti nella ricerca dei collegamenti tra gli ultras e la criminalità organizzata. Andrea Puntorno, 39enne siciliana emigrato a Torino, fu arrestato per traffico di eroina e cocaina provenienti dalla Sicilia e dall’Albania. Puntorno era a capo di un altro gruppo di ultras della Juventus, i “Bravi Ragazzi”. Tra il 2004 e il 2011 Puntorno aveva dichiarato un reddito di appena 2.600 euro all'anno, ma possedeva una casa, una macchina e una moto. I Bravi Ragazzi avevano già una cattiva reputazione: il 19 dicembre 2011 vari membri avevano organizzato un pogrom (devastazione) violento, dando fuoco ad un campo nomadi alla Continassa, nei pressi del nuovo stadio della Juventus, costringendo venti famiglie a lasciare la zona lasciandola pulita per lo sviluppo edile seguente.

    L'arresto di Puntorno era, come scrisse un giudice in seguito, la prima prova di "Un collegamento di affari pericolosi e preoccupanti tra membri degli ultras e individui appartenenti a clan mafiosi".

    Dopo il suo arresto, la moglie di Puntorno fu minacciata e intimidita dai soci in affari del marito. Decise di diventare una testimone per l'accusa, descrivendo i metodi con cui il marito a volte ricavava anche 30mila euro da una singola partita della Juventus, distribuendone una gran parte tra i parenti degli ultras che si trovavano in prigione. I profitti delle vendite di biglietti erano poi investiti in partite di droga e viceversa. "Quest’attività è andata avanti per molti anni," disse. "Gli abbonamenti erano forniti ad Andrea dalla Juventus all'inizio di ogni stagione, mentre ad ogni partita Andrea riusciva ad ottenere ulteriori biglietti." Disse anche che il margine di profitto su ogni biglietto variava tra i 30 e i 100 euro. I Bravi Ragazzi avevano anche il monopolio del merchandising contraffatto o di tutto ciò che è conosciuto come "gadget" italiano: spille, magliette, portachiavi, adesivi, sciarpe e così via. Gli investigatori erano ormai certi che non solo ci fosse soltanto una ma molte più organizzazioni criminali ad occuparsi del redditizio business del bagarinaggio.

    Nel frattempo, il gruppo dei Drughi si era rivoltato contro Ciccio Bucci. Ci fu una campagna diffamatoria nei suoi confronti, con cui si sosteneva che avesse venduto biglietti pubblicandoli on-line e che era divenuto un informatore della polizia. Quando il giovane gruppo dei Gobbi si fuse con quello dei Drughi, Bucci si trovò messo in disparte da Rocco Dominello. Il suo ex mentore Dino Mocciola si scagliò contro di lui facendogli subìre un pestaggio. Bucci, che a questo punto temeva per la sua incolumità, si trasferì di nuovo alla sua città natale per l'intera stagione 2014-15. Pur essendo sempre stato un uomo magro, perse ulteriori 8 kg e disse a Gabriella che alcune persone stavano cercando di "farlo fuori".

    Da San Severo, Ciccio provò a pianificare il suo rientro. Nel novembre 2014 chiamò Alessandro D'Angelo alludendo, seppure in termini velati, ai collegamenti mafiosi di Rocco Dominello, definendolo "quel tipo di persona". "Ah, va bene," rispose D’Angelo. "Solo a quel punto," ha commentato il pubblico ministero in un documento successivo, "D'Angelo sembra capire."

    Ormai alla Juventus erano consapevoli che avevano permesso ai lupi di entrare nella stalla e che altri ancora stavano cercando di entrare. La società era sotto pressione dal racket per assegnare le opere di costruzione presso il nuovo stadio ad una particolare società edile, al fine di evitare atti di vandalismo e fermare l'intimidazione ai lavoratori. Il club riteneva che Bucci fosse uno dei pochi ultras con i quali avrebbero potuto ancora fare affari. Era stato il punto di riferimento per il club durante un lungo periodo di tempo ed era ben voluto. Il direttore commerciale del club, Francesco Calvo, disse che Bucci era un uomo che "Ispirava l'empatia". L’avvocato Andrea Galasso, lo ha definito "un semplice, solare, entusiasta bravo ragazzo”.

    Si delineò quindi un piano per dare a Bucci un ruolo ufficiale all'interno del club. Egli avrebbe lavorato come consulente al fianco del responsabile dei rapporti con la tifoseria. Il datore di lavoro di Bucci era la Telecontrol, una società di sicurezza Torino. Dal sud, Bucci telefonò a D'Angelo per accordarsi su come si sarebbe dovuto comportare con gli ultras: "Non era mia intenzione affondare questa nave", ha detto, "ma un po' di acqua deve entrare." Non è chiaro se il riferimento fosse inteso alla società quando avrebbe assegnato un minor numero di biglietti ai gruppi ultra, ma lui sembrava rendersi conto che quando, come diceva lui, "la gente si sarebbe bagnata i piedi", se la sarebbero presa con lui. "Mi chiameranno faccia di mer.da", disse.

    Con l'inizio della stagione 2015-16, Bucci tornò a Torino. Sembrava che il sogno che aveva fin da bambino si fosse avverato: stava lavorando per il club che aveva adorato da quando era un ragazzo. L'ultima volta che l'avvocato del club vide Bucci, in occasione del derby Torino-Juventus nel marzo di quest'anno, ricevette un abbraccio entusiasta: "Ho un incarico ufficiale" disse Bucci, sorridendo felice.

    Il problema era che Bucci aveva, come diceva lui "i piedi su due sponde". Doveva fare il "doppio gioco" con l'obiettivo di soddisfare le esigenze della Juventus, i tifosi normali, i diversi gruppi di ultras e anche la polizia ("mi chiamano tutti i giorni" per confermare soffiate, si lamentò una volta). Come a scuola, strava cercando di andare d’accordo con tutti. Ma gli ultras non accettarono alcuna riduzione della loro quota di biglietti e Bucci fu ostracizzato e bollato come traditore della causa dei Drughi. Mentre il suo sogno di lavorare per la Juventus si era avverato, dopo un anno la posizione non era più così attraente come aveva immaginato. Nella primavera del 2016, la madre di Bucci morì. Si isolò e nonostante tutte quelle telefonate incessanti, rimase solo.

    Il 1° luglio di quest'anno, Rocco e Saverio Dominello e altri 13 persone, sono stati arrestati per una serie di reati legati alla mafia. Tutti hanno negato ogni addebito. I Dominello sono in carcere, in attesa del processo per associazione mafiosa e tentato omicidio. Andrea Puntorno è stato condannato per spaccio di droga ed è stato poi rilasciato in libertà vigilata con una multa di 500.000 euro. Il 6 luglio, Bucci è stato interrogato come "Informato sui fatti". La trascrizione del suo interrogatorio avvenuto il giorno prima della sua morte non mostra alcun segno di disperazione o di terrore. Uno degli investigatori ha detto che Bucci appariva "calmo e di buon umore". Non ha fatto rivelazioni sorprendenti, solo la conferma di quanto gli investigatori sapevano già: "Non nego di aver ricevuto dei biglietti. Non è che la Juventus li avesse dati a noi. Abbiamo chiamato e chiesto fino a 300 biglietti. Li abbiamo comprati a credito, con pagamento del saldo successivo".

    Quella notte, però, ha telefonato alla sua ex moglie, scusandosi con lei e il figlio per qualsiasi "mancanza di rispetto". Lei non riusciva a capire mentre lui continuava a ripetere che era in “totale paranoia” Era "convinto al 100%" che sarebbe stato arrestato e che la Juventus lo avrebbe licenziato. L’ambizione della sua vita era finita prima che fosse davvero cominciata e lui temeva che avrebbe dovuto vendere anche la sua casa. Lui la chiamò nuovamente alle 11.30 della mattina seguente, dicendo che stava andando a lavorare. Mezz'ora più tardi, saltò dal famoso viadotto. Due operai hanno testimoniato sulla sua caduta e sono stati in grado di assicurare agli investigatori che Ciccio “non fosse stato”, come si suol dire, "suicidato".

    Non è chiaramente una storia che getta una buona luce sul più grande club d'Italia. La Juventus è stata complice di bagarinaggio su vasta scala e di altre attività, svolte - sia pure involontariamente - con elementi criminali. Ciccio Bucci, un ragazzo che era sempre stato appassionato del club, è stata compromesso e utilizzato anche come capro espiatorio. Si è trovato imbrigliato non solo tra la Juventus ed i suoi ultras, ma anche tra la polizia e la mafia calabrese; alla fine, non riuscendo a vedere alcuna via d'uscita diversa, ha deciso di togliersi sua vita.

    LINK:https://www.theguardian.com/world/2016/dec/01/nside-talys-ultras-the-dangerous-fans-who-control-the-game?CMP=share_btn_tw
     
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  13. bluemarine

    bluemarine Presidente Onorario BMW

    7.441
    4.717
    9 Giugno 2008
    Wichita KS
    Reputazione:
    1.131.212.559
    Subaru Crosstrek Limited AWD
    Allucinante...

    Avevo letto qualcosa tempo fa su un giornale ma non tutto l'articolo e non immaginavo questi retroscena.

    Da quel che ho letto temo che anche altre società siano nella stessa situazione.
     
  14. bourne

    bourne Amministratore Delegato BMW

    2.973
    237
    31 Maggio 2008
    Reputazione:
    310.916
    il trattore nero
    Si gioca col Porto, il Napoli invece se la vedrà con il real...

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  15. fra120d

    fra120d Amministratore Delegato BMW

    3.460
    113
    7 Maggio 2012
    Reputazione:
    239.522
    ex 120d ex 320d E92
    Non va sottovalutato NESSUNO!

    Sarà una partita tosta!

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  16. Mauretto

    Mauretto

    27.256
    2.484
    31 Gennaio 2005
    Reputazione:
    12.713.064
    E91 330d.....e....
    Sinceramente non mi impensierisce più di tanto il Porto,..Molto peggio il Napoli invece
     
  17. Aesse

    Aesse Primo Pilota

    1.374
    28
    10 Agosto 2013
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    118d Audi 3 spk Gsxr 1000 k6
    Un riassunto please
     
  18. Aesse

    Aesse Primo Pilota

    1.374
    28
    10 Agosto 2013
    Reputazione:
    259.200
    118d Audi 3 spk Gsxr 1000 k6
    Potevamo sempre prenderle noi? Ecchecaxxo
     
  19. Aesse

    Aesse Primo Pilota

    1.374
    28
    10 Agosto 2013
    Reputazione:
    259.200
    118d Audi 3 spk Gsxr 1000 k6
    Assolutamente
     
  20. Aesse

    Aesse Primo Pilota

    1.374
    28
    10 Agosto 2013
    Reputazione:
    259.200
    118d Audi 3 spk Gsxr 1000 k6
    Io non capisco veramente tutto questo astio ogni volta.

    Soffrono della sindrome dell'uccello piccolo.

    Come squadra di Torino non l'ho mai considerata.

    È un derby stupido ben lontano dai più nobili milan Inter

    Roma Lazio.
     

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