La Vecchia Signora...

Stasera comunque abbiamo avuto un assaggio del bagno di sangue che ci aspetta sul sintetico di Novara....sarà un derby amaro!

 

Quoto.

E quello che mi chiedo è anche perchè non togliere Vucinic visto che non indovina più un controllo ne tantomeno un passaggio.

Cmq oggi siamo andati veramente vicino a buttare tutto nella spazzatura. Sarà molto dura, anche perchè il Milan in un modo o nell'altro va avanti. Oggi c'era un rigore grosso come una casa per il Genoa da parte di Nesta che si è sostituito ad Abbiati che avrebbe potuto portare i rossoblu sull'1 a 0 ed invece è finita 1 a 0 per il Milan.

Speriamo di non cominciare a fare cilecca perchè bastano 2 pareggi per demolire un sogno.....

P.S. qualcuno sa cosa bisogna inventarsi per rimediare 2 biglietti per Juve Atalanta?

 

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Allegri sul rigore di Nesta: "forse era rigore, ma finora l'unico episodio decisivo è il gol di Muntari.." sembra un disco rotto....

 

Sono tentato di aspettarlo fuori dall'albergo a Siena!

 

Cesena-Juventus 0-1. Un cerchio da chiudere, un Borriello da raccontare

(di Luca Fausto Momblano)

“Questi qui son tornati”. Più forti di prima, verrebbe quasi da aggiungere. Lo dicono i record (eguagliato il Milan di Capello, superata la Fiorentina di Bernardini ecc. ecc.), lo dice la classifica (+19 sulla terza, +20 sul Napoli accreditato almeno alla pari, più del doppio dei punti del Genoa momentaneamente quart’ultimo e virtualmente salvo). Lo dice il modo di fare la partita. Lo dicono, soprattutto, gli occhi dei giocatori anche nelle interviste del dopogara. Concentrati, furenti, puntati alla meta. Sono sette volte consecutive che brillano di quella luce tra il truce e l’abbagliante. Hanno visto il -7, il -4, il sorpasso e l’allungo. Ora hanno visto anche un gol, pesantissimo, di Marco Borriello. E non è finita qui. Vedranno ancora molto, prima di sapere.

Peccato che il virgolettato d’inizio racconto sia l’estratto finale, roba da non credere alle proprie orecchie, del dialogo avvenuto a pochi minuti dall’inizio di Juventus-Roma tra una nota voce televisiva e un suo operatore. Era fatalmente accompagnato da due reciproche gestualità: entrambi annuivano con il capo e tenevano la mano destra a mo’ di ragno, con la punta delle dita rivolte verso il basso, mossa da una leggera circolazione del polso e dall’ondulare delle dita. Ci siamo intesi. Oltre che persone senza il minimo senso di ciò che sta CALCISTICAMENTE offrendo il campionato in corso (manca poco, ma manca ancora tanto), si tratta anche di soggetti irriguardosi verso l’ospitalità che li rende comunque dei privilegiati. Anche (ma non solo) allo Juventus Stadium. E’ vita reale (putroppo). Non una morale.

Tra coloro che sono tornati davvero c’è Marco Borriello. Almeno per un istante, per tre giorni prima della prossima sfida, magari per sempre se le cose andassero in una certa maniera. Sì, anche lui fa parte di quelli lì, imbattuti dopo 34 giornate di Serie A e con gli occhi che sprizzano un letale mix tra coscienza di sé e desiderio di altro ancora. Perché, come era solito dire qualcuno: “Non abbiamo ancora fatto niente”. Anche sela Juveè abbondantemente tornata, a prescindere. Di Borriello va raccontato il gol, un gol “alla Borriello”, e va raccontata la sua vera storia che non è (soltanto) quella dei rotocalchi e delle vicissitudini tecniche vissute alla soglia della presunta consacrazione da grande centravanti dopo la strabiliante stagione a Genova nel 2007/2008.

Il primo è un colpo di controbalzo, leggero collo esterno, ovviamente di sinistro, che fulmina anche il miglior Antonioli della stagione. Fulminerebbe chiunque, calciato così, cioè scaricando tutto il peso del corpo e (credo) anche tutta la rabbia dell’anima. L’asse creativo è Del Piero-Vucinic, non certamente peggio di Sculli-Leon con cui l’attaccante di proprietà della Roma confezionò 19 reti sotto la Lanterna, delle quali almeno un terzo di analoga fattura rispetto a quella che ha piegato un Cesena che nessuno può tacciare di remissività. Anzi.

La seconda meriterebbe una biografia a sé stante. Ma le fasi salienti possono comunque aiutare a capire qualcosa in più, per esempio perché sia riuscito a conquistarsi la stima di Antonio Conte nonostante le prime difficoltose apparizioni in bianconero e l’ostilità ambientale. Ci si riferisce alla capacità di Borriello, e questa non la si può mettere in discussione dando credito alle dicerie di una piazza-pazza come quella di Roma, di votarsi al sacrificio e al silenzio interiore. Lui che per almeno due volte ha dovuto farlo, da ragazzino e poi appena maggiorenne, quando prima passò al Milan e poi lo lasciò per la prima volta. A 14 anni, pur di convincere i rossoneri a tesserarlo nel proprio settore giovanile (squadra Giovanissimi), Borriello dormì in una casa-mobile per un mese. Non era solo. Faceva parte di uno sparuto gruppo di putti campani che, scartati nei provini dal Napoli, cercò miglior fortuna al nord affidandosi a pseudo-procuratori dei quali puoi solo fidarti della parola incrociare le dita. Con lui c’erano, tra gli altri, Pasquale Foggia e Felice Piccolo (il Piccolo ex Juve e attualmente in forza ai rumeni del Cluj). Con il primo condivise l’esperienza Milan, dove sostenevano che quello “buono” fosse per l’appunto Foggia (un anno più giovane, classe 1983) e poi l’esperienza a Treviso nella formazione Primavera. In realtà Borriello rimase a Milano un anno in più prima di riformare il tandem perché all’Istituto Sacro Cuore dove i due erano ospiti vantava referenze di buona condotta (Foggia invece era quello “problematico”). Ebbene, tornando al calcio giocato, il match-winner di Cesena in quelle tre stagioni di Milan non riusciva a togliersi di dosso l’etichetta del rincalzo (il titolare era tal Eder Baù, andatevelo a cercare su Wikipedia…). Ma attenzione: Borriello veniva impiegato da trequartista o da seconda punta d’appoggio, siccome i tecnici erano molto attratti dall’ottimo piede sinistro senza però mai misurarlo sottoporta. Furono anni di silenzio e sacrificio. Simili in qualche modo all’iniziale gavetta nel mondo delle prime squadre. Silenzio e sacrificio, come a Trieste (campo sul quale tornerà tra 10 giorni per affrontare il Cagliari), piazza e maglia che regalarono a Borriello la gioia del primo gol da professionista. Era il 29 aprile 2001 e la vittima il Novara. La fortuna è cieca, ma il destino sovente ci vede bene: domenica saranno 11 anni esatti e l’avversario lo stesso di allora. Tre categorie più in alto, con Michel Platini in tribuna e il sogno di una vita nel cassetto.

Ci sarebbe un cerchio da chiudere…

 

Sembra che il gol di muntari sia arrivato all'89°....ammesso che andavano sul 2-0 la partita mica era finita....anche noi ne abbiamo fatti 2 ma ce ne hanno levato uno....se il milan avesse vinto ora saremo pari,per gli scontri diretti bisognava vedere con che risultato finiva....quindi che pensi a marcare amauri quell'idiota!

 

grazie per la precisazione, hai in parte calmato l'istinto omicida di garby

 

No omicida no....c'è troppa gente....mi basterebbe tirargli una pigna su quei dentoni!

 

Si che palle co sta cosa del gol di Muntari... Allegri dimostra di non essere un allenatore di livello se ogni volta tira in mezzo sta storia...

Io non so cosa la Juve debba fare di più: milgior difesa, 3° attacco, imbattuta in campionato e coppa, eppure continuano con i se e con i ma.

Bisogna infischiarsene e guardare avanti, ma soprattutto pensare ad una campagna acquisti che in CL non ci faccia fare le solite figure da cioccolatai delle ultime edizioni. Ci vuole un top player lì davanti: Matri la butta dentro una si e dieci no, Quagliarella non è mai stato un goleador, Vucinic una partita si e una no gioca in ciabatte...

 

tu a roma...juventino!!!!!!!!!!!!!!! o mio dio!!!

 

E siamo pure tanti, sai?

Boh, su Van Persie non so se sia il giocatore di livello che serve. La verità è che lui ha sempre giocato in una realtà, a livello europeo, limitata (l'Arsenal non ha mai vinto nulla fuori dall'UK). Ad esser sinceri, non saprei nemmeno chi potrebbe essere questo mister X, visto che i migliori sembrano bloccati.

Piccola nota a margine: mi sta favorevolmente impressionando Bonucci in queste ultime partite. Dal pasticcione che era ha fatto un bel salto... Speriamo duri....

 

Van Persie è un top top player....non viene!

 

Stante il fatto che la classe che ha non si discute, ho qualche riserva su come si ambienterebbe al calcio italiano, molto diverso da quello inglese. Questo è l'unico dubbio.

Comunque, top o non top, bisognerà fare chiarezza con Marotta sul mercato ed evitare di tenere giocatori non inseriti come Krasic (che senso ha esserselo trascinato un'altra stagione) o poco utilizzati come Elia che, a mio modo di vedere, meritava più spazio. Conte senza CL ha potuto puntare sempre, più o meno, sugli stessi uomini, ma l'anno prossimo sarà div?erso. Servirà una rosa più ampia e la capacità di ruotare, a turno, 20 giocatori, altrimenti rischiamo di arrivare a marzo senza benzina (non come le nostre Biemme..ihihih)