Trascurando che la Bielorussia è un vassallo fedele che fa da ponte di appoggio per le invasioni, c'è l'enclave di Kaliningrad che è Russia. Mettendo assieme le due cose i Polacchi non stanno sicuramente tranquilli.
Io la vedo diversamente. La Polonia è rimasta nel patto di Varsavia (appunto ) fino alla caduta del muro di Berlino. Poi dopo pochi anni è entrata nella NATO e successivamente nell'Unione Europea dimostrando di voler stare dalla parte giusta della storia e soprattutto di volere un cappello protettivo dal punto di vista militare ed economico incredibile. Io penso quindi che i polacchi debbano stare molto tranquilli concentrandosi sulla crescita economica e sul miglioramento del welfare (mi verrebbe da dire anche sul fronte dei diritti civili ma vabbè). Considerando quante multinazionali hanno delle sedi in Polonia, mi viene difficile pensare che possa essere abbandonato dal mondo occidentale e si debba difendere da solo. Ma, ripeto, se vogliono continuare a comprare armi, facciano pure. Basta che lo facciano con i loro soldi, non con quelli dei contribuenti europei.
Fotografia notevole.. 3 ATACMS con testata a submunizioni che colpiscono in 3 momenti successivi, si vede la "dispersione" del terzo missile che ha impattato, la "diffusione" delle deflagrazioni del secondo missile, che è arrivato a bersaglio pochi istanti prima, e la "ricaduta" del primo che ha colpito... Con questi missili il ponte di crimea non lo buttano giù, ma fanno un sacco di male, non vorrei proprio trovarmi nei panni di quelli che stavano dentro quei cerchi..
Ti renderai da solo conto che sta piantina non ha senso.? La linea sulla Slovenia è aperta su entrambi i lati, la Germania è divisa in due ma la Jugoslavia già divisa?!.
Me ne rendo conto Ma credo che abbiano voluto comunque tenere conto della storicità della cortina di ferro e della particolarità jugoslava.
https://www.today.it/politica/pietr...183.38360239.1714593476-2049690539.1702304028 Interessante articolo sull'uomo che dirigerà i lavori per il ponte sullo stretto di Messina
A mio avviso sono due le cose interessanti da notare: 1. La competenza è un fattore secondario, l'importante è essere amico delle persone giuste. 2. Sembra essere amico di tutti, visto che è passato con disinvoltura da prodi a salvini, attraverso berlusconi, renzi e di pietro. P.S.: è stato nominato "cavaliere della repubblica" da carlo azeglio ciampi, ma la nomina avviene su segnalazione del PCM che all'epoca era berlusconi.
A mio modesto parere, si fa notare molto di più questa "Cosuccia" qui: Tra viadotti crollati, risarcimenti e buonuscite milionarie fino al ponte sullo Stretto: la parabola di Ciucci Nelle principali rivoluzioni dell'economia italiana, tra privatizzazioni, salvataggi statali e grandi opere, Ciucci c'è sempre stato. Ma non sono mancati i momenti di tensione e polemica. Tra il 2014 e il 2015 una serie di crolli sulle autostrade ha messo sotto pressione Anas. I più eclatanti in Sicilia e Calabria: a dicembre 2014 un pilone ha ceduto rendendo inutilizzabile il viadotto "Scorciavacche" sulla statale Palermo-Agrigento. Il ponte era stato inaugurato appena una settimana prima. A marzo un altro crollo, sulla Salerno-Reggio Calabria, in cui un operaio perse la vita. Poi, ad aprile, il crollo del viadotto "Himera", sulla Palermo-Catania. Pochi giorni dopo il cedimento del viadotto Himera Ciucci presentò le dimissioni dalla carica di presidente, comunicandole all'allora ministro dei Trasporti del governo Renzi, Graziano Delrio. Per il crollo dello "Scorciavacche" - riaperto al traffico dopo 9 anni - Ciucci resta ancora oggi imputato per "induzione a dare o promettere utilità". Secondo l'accusa, si procedette lo stesso con l'inaugurazione e l'apertura al transito del viadotto senza averlo prima collaudato. Due anni prima, Ciucci aveva rinunciato a un'altra carica di Anas, quella di direttore generale, per andare in pensione. Come si legge nei documenti aziendali diffusi all'epoca dal Fatto Quotidiano, dalla rinuncia aveva ricavato una buonuscita di oltre 1,8 milioni di euro, di cui una grossa parte era rappresentata dall'indennità di "risoluzione senza preavviso" da quasi 780mila euro. Formalmente, la richiesta fu presentata - senza preavviso - da Ciucci a se stesso perché al contempo amministratore delegato, presidente e direttore generale. L'uomo del Ponte ha fatto anche parte del comitato di collaudo per il Mose di Venezia: come si vede dall'elenco dei compensi dei collaudatori - foto sotto - pubblicato dalla Commissione bicamerale di inchiesta "sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse", per Ciucci era previsto un compenso di 762.437,01 euro, di cui 555.170,65 fatturati (al 31 maggio 2015). Due anni prima, Ciucci aveva rinunciato a un'altra carica di Anas, quella di direttore generale, per andare in pensione. Come si legge nei documenti aziendali diffusi all'epoca dal Fatto Quotidiano, dalla rinuncia aveva ricavato una buonuscita di oltre 1,8 milioni di euro, di cui una grossa parte era rappresentata dall'indennità di "risoluzione senza preavviso" da quasi 780mila euro. Formalmente, la richiesta fu presentata - senza preavviso - da Ciucci a se stesso perché al contempo amministratore delegato, presidente e direttore generale. L'uomo del Ponte ha fatto anche parte del comitato di collaudo per il Mose di Venezia: come si vede dall'elenco dei compensi dei collaudatori - foto sotto - pubblicato dalla Commissione bicamerale di inchiesta "sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse", per Ciucci era previsto un compenso di 762.437,01 euro, di cui 555.170,65 fatturati (al 31 maggio 2015). Tabella con i compensi per i collaudatori del Mose (fonte: Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti) Ciucci è stato sotto i riflettori anche per alcune indagini della Corte dei conti da cui è uscito sempre indenne. Nel 2019, in quanto amministratore delegato di Anas, gli veniva contestata la proroga senza gara della concessione al gruppo Atlantia, di proprietà della famiglia Benetton, per la gestione dell'autostrada Valdastico, tra Veneto e Trentino. Curiosità: le indagini partirono dopo un esposto a firma di Lucio Malan, all'epoca in Forza Italia, oggi capogruppo dei senatori di Fratelli d'Italia. Per la vicenda il danno erariale quantificato era di circa 600 milioni di euro, di cui 160 addebitati come danni ai rappresentanti di Anas, tra cui Ciucci. Ma, come si legge nella sentenza del 2021, quanto gli veniva contestato cade in prescrizione. Stessa sorte per il procedimento su un lotto della Salerno-Reggio Calabria, per cui erano stati chiesti 1,8 milioni di euro solo all'amministratore delegato. Abbiamo contattato la Stretto di Messina per chiedere un commento diretto dell'amministratore delegato Pietro Ciucci sui fatti, ma alla data di pubblicazione non abbiamo ancora ricevuto risposta. Ciucci e il deja vu Stretto di Messina: (ri)ecco l'uomo del Ponte Eccoci quindi al 2023 con il ritorno alla Stretto di Messina. Subito dopo le elezioni, il governo Meloni ha riavviato il progetto di Berlusconi per costruire il ponte rimettendo tutto nelle mani di Pietro Ciucci. Con lui la Stretto di Messina risorge dalle ceneri della liquidazione - decisa dal governo Monti - per completare il progetto definitivo in attesa delle autorizzazioni mancanti. Gli attori che costruiranno il ponte sullo Stretto sono gli stessi di 22 anni fa: Stretto di Messina Spa; Consorzio Eurolink. La Stretto di Messina, società concessionaria dello Stato per la costruzione del "collegamento stabile viario e ferroviario fra la Sicilia e la Calabria", è per il 55 per cento di proprietà del ministero dell'Economia e il resto è diviso tra Anas (36,6%), Rete ferroviaria italiana (5,8%), oltre a Regione Calabria e Regione Sicilia presenti con la stessa percentuale (1,1%). Accanto a Ciucci, il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, hanno nominato presidente Giuseppe Recchi, altra "vecchia conoscenza" del governo Berlusconi che nel 2011 lo aveva messo alla presidenza dell'Eni. L'atto di nomina di Pietro Ciucci e Giuseppe Recchi (fonte: Stretto di Messina S.p.A.) Il consorzio Eurolink è invece il gruppo di aziende edili di cui Webuild - ex Salini-Impregilo - ha una quota del 45%. Le altre imprese presenti sono la spagnola Sacyr (18,7%), Condotte d'Acqua (15%), Cmc (13%), la giapponese Ihi (6,3%) e il Consorzio Aci (2%). I nomi di Ciucci e Salini, amministratore delegato di WeBuild, sono ricorrenti. Sono infatti le stesse persone che hanno gestito il progetto fermato nel 2013 e per cui chiesero contenziosi milionari allo Stato: Ciucci 320 milioni di euro per conto della Stretto di Messina, Salini 700 per conto dell'Eurolink, allora capeggiata dalla sua Impregilo, poi estinti con l'ultimo riavvio del progetto. Ora, a 74 anni, Pietro Ciucci può chiudere in bellezza la sua carriera tra le opere pubbliche italiane con la prima pietra dell'incompiuta più grande: il ponte sullo Stretto di Messina.
E niente.. È da alcune settimane che me lo trovo ovunque.. Qualcuno di voi sa chi sia? O perlomeno: voi riuscite a capire cosa vende? https://x.com/Salvo24saltato/status/1785728711746085145
Qualcuno lo chiamerebbe influencer..... l'ennesimo prodotto dei social network. Tanta fuffa, zero sostanza
Un montato, ma la cosa che davvero fa specie (o forse no, visti i tempi) è come ci sia gente dispoata a pagare per farsi insegnare da 'sto asparago "che tutte le mattine una gazzella si sveglia in Africa, bla bla bla..." e che poi altri somari paghino le consulenze che lui e i suoi adepti propongono.