Io a volte chiacchiero con mio nipote, che è al terzo anno di medicina, e mi ha detto più di una volta che ha studiato medicina essenzialmente perchè ha la prospettiva di lavorare in studio da sua mamma (e un "giro di manzette", che a giudicare dai loro wall di instagram, vivono praticamente in mutande e reggiseno..), altrimenti non sarebbe rimasto qui.. P.S. Ricevo dal succitato nipote, e giro: Problemi con DAZN? Siamo stati 2 anni in DAD, alcuni senza neppure l'ADSL, e nessuno ha fiatato, ora che c'è stato un problema con la trasmissione delle partite si fanno interrogazioni parlamentari sul digital divide.. Queste sono le posizioni dei vari gruppi parlamentari in merito alla questione: -PD: visione delle partite gratis per under 18, pagano solo over 30 -Forza Italia: visione gratis per over 80, dai 40 agli 80 si paga il 23%, prezzo pieno solo per gli under 40 -M5S: partite gratis per tutti! -Lega: partite gratis solo per chi "crede" -Fratelli d'Italia: DAZN cambi nome in "La Zona"! -Calenda: ho un accordo con Sky... -Renzi: Vi porto Al Jazeera...
Ma quando una quindicina di anni fa l'Italia si è svegliata senza corrente elettrica c'è stato qualcuno che ha pensato di inchiodare Enel e tutto il sistema di distribuzione e dispacciamento per il disservizio? Era solo caduto un albero su una linea in Svizzera mettendo KO tutta la rete italiana, evidentemente organizzata e gestita da incompetenti (ed è in complimento). Perdere qualche partita della prima di campionato è ben più grave degli ospedali senza energia.
Però mi hanno regalato un ricordo eterno. Mi sembra ieri, ero in discoteca quando le luci si sono spente per una manciata di secondi per poi tornare tutto normale. Uscendo invece il buio assoluto, cellulari ko e non si capiva cosa fosse successo. Una situazione quasi surreale.
Eh già: pensa che io avrei voluto fare il commercialista, poi una volta giunto alla laurea, di fronte alla prospettiva di dover chiedere ai miei di mantenermi per almeno altri due anni di praticantato gratuito o quasi e di dovermi sottoporre ad un ulteriore esame (che avrei potuto non passare al primo colpo) ho rinunciato in partenza e preferito andare a lavorare. Era uno stipendio modesto, ma pur sempre uno stipendio invece di dover continuare a chiedere a mamma e papà. Ed era uno stipendio decisamente inferiore a quanto percepiva da anni un amico al quale durante il primo anno di università fu offerto un posto in banca che accettó, ritirandosi dagli studi. In qualche anno divenne vicedirettore di filiale e poi direttore, ruolo che credo ricopra tutt’ora e che lo porterà alla pensione ben prima del sottoscritto. Di quegli amici i pochissimi che intrapresero la libera professione erano già figli di dottori commercialisti, con studi ben avviati. E per gli amici iscritti a giurisprudenza le cose erano simili. I figli di avvocati erano in qualche modo agevolati. Gli altri o si arenavano con l’esame di stato o con l’invano tentativo di aprirsi uno studio proprio.
Solo quindici? Chissà perché ero convinto fosse accaduto nel 2003.. L’Italia non è un paese per giovani
Per fortuna io sono riuscito nell’intento di aprire uno studio mio (che dal 1990 mi ha dato grandi soddisfazioni) senza che mio padre o altro parente fosse avvocato. Unico “bonus”…..l’acquisto….per gentile concessione dei miei. Ma sono anni che ripeto di essere stato fortunato e di aver avuto due genitori “speciali”
Credo di averlo già raccontato, ma all’epoca tra gli amici che studiavano ingegneria (elettronica con indirizzo tlc) uno si laureò e trovo subito lavoro presso la Telital, azienda Triestina che all’epoca produceva telefonini al pari di Nokia, Motorola ed Ericsson. Al che un altro amico che si sarebbe laureato di lì a poco si affrettò a raccontarlo alla madre con una certa gioia, rivelando anche l’ottimo stipendio come primo impiego: 1.800.000 Lire al mese. Al che la madre, aiuto cuoca in una pensioncina di Jesolo a conduzione famigliare, che tanti sacrifici aveva fatto per dare al figlio un futuro migliore del suo (e del marito, operaio edile), iniziò a fare i conti con l’aiuto delle dita, finché si pronunció: quindi, tu vorresti dirmi che io guadagno come più di 3 ingegneri? P.S Ovviamente lo stipendio della signora (come uso all’epoca) era prevalentemente (o forse totalmente) in nero, ma il senso l’avete capito.
io figlio orfano di madre vedova non nascondo che per i primi anni di praticantato ed anche di professione ho continuato à vivere con mia madre la quale, sporadicamente e nei notevoli limiti economici della pensione di reversibilità di mio padre, ha cercato di aiutarmi in ogni modo poi poco per volta un cliente poi due e così via
Volere è potere Se a ciò si aggiunge anche un pizzico di fortuna…..il traguardo non è poi così impossibile
è inutile negare che esiste una certa familiarità nelle professioni e devo dire che, se anzi che essere totalmente auto didatta, avessi avuto un maestro certo avrei potuto raggiungere determinati risultati molto prima e con assai meno fatica cionondimeno, e senza mai dimenticare le notti, le festività passate a lavorare ed i sacrifici fatti, anche se poi è andata come è andata, mi ritengo un privilegiato poichè ho potuto fare cose non comuni e lavorare con autentici luminari
Oggi peraltro conviene anche ai giovani. Se si dichiarano ricavi sotto i 65 mila euro, si paga il 15%. Praticamente meno di qualsiasi operaio.
in realtà i praticanti sono attualmente merce rarissima e se continuiamo così molte professioni andranno ad esaurimento in verità o riesci a ritagliarti uno spazio di attività realmente professionale capace di remunerarti oppure se rimani limitato alle contabilità ed agli adempimenti tipici è molto difficile riuscire anche solo a ripagare i costi fissi per tacere di un’attività lavorativa che dà la stessa soddisfazione di una colonscopia
Però ci vuole voglia di mettersi in gioco e consapevolezza di avere qualcosa da "vendere". Non sono cose che si acquisiscono con una laurea ... La laurea da solo gli strumenti.
Qualcosa da vendere ce l'hai se ti fai la tua esperienza e la sviluppi in qualcosa di spendibile. Per fare questo ci vuole impegno, studio, tempo e denaro. Voglia di mettersi in gioco e consapevolezza, secondo me, non bastano. Poi se devi pagare per fare un tirocinio (invece di essere pagato) capisci che non è roba per tutti e comunque anche chi ha la disponibilità economica non è detto che sia felice di sperperarla negli x anni che servono prima di essere indipendenti. D'altronde non sono tutti fessi o stupidi o scansafatiche quelli che pur potendo non esercitano. Anzi, mi risulta che, soprattutto tra gli ingegneri di ogni tipo, siano pochissimi i titolari di partita IVA.
Se vuoi fare quella cosa e la strada è quella c'è poco da fare, sono scelte. Non si tratta di essere scaltri invece che fessi, c'è chi decide di fare sacrifici ad oltranza per un obiettivo, chi reputa che il ritorno o il rischio non bilancino gli sforzi necessari, ... Un caro amico, figlio di un tassista e una casalinga, dopo la laurea in economia fece di tutto per avere un suo studio, poi divenuto nel volgere degli anni una cooperativa con diverse sedi e lui un consulente ... Aveva "fame" fin dai tempi della scuola e università, tempi in cui muovemmo i primi passi in politica assieme (che io, al contrario di lui, abbandonai dopo qualche anno) tanta intraprendenza e un po' di spregiudicatezza. Il mio compagno di banco del liceo (che modo di dire in disuso oggi!), stessa situazione sociale/economica, dopo la laurea in economia andò ad insegnare a scuola, cosa che tutt'oggi è la sua attività lavorativa. Non tutte le persone sono uguali ... Per fortuna del genere umano.
Io penso, ed era questo il senso dello spunto, che siano cambiate le pre condizioni. l'ascensore sociale tipico degli anni 60, 70 e 80 si è fermato. Tant'è che i ragazzi all'università non ci vanno più, è un dato. Se ci vanno non si laureano, altro dato. E se si laureano hanno meno competenze dei colleghi dei Paesi come il nostro, altro dato. E chi è che deve creare le condizioni per una inversione di tendenza, il singolo o la politica?