L'alternativa è, quando due persone hanno un contrasto su un diritto ritenuto proprio da ognuna delle due, una risoluzione con un duello come si faceva nel cosiddetto far west. Ogni altra soluzione è molto più complessa e necessita supporto e valutazione di terzi a fronte di regole ben chiare che, data la varietà sterminata di casistiche, diventano di difficile gestione e comprensione per l'uomo comune ... Questo comporta l'intervento delle professioni "vacue". Meglio un rapido duello, in uso anche nelle civiltà antiche dove il vincitore aveva ragione perché il dio che vegliava su di loro aveva permesso il suo prevalere. Un po alla Putin, diciamo.
Ti consiglierei una rilettura parola per parola dei tuoi ultimi interventi. Se tu lo ritieni un semplice disquisire, ti auguro due cose: di non aver mai bisogno di un avvocato e di non trovare sulla tua strada una persona che si permette certe confidenze "lessicali" sulla tua professione. Se dopo la lettura dovessi non trovare nulla di anomalo penso che il problema è sicuramente molto più grave e non certamente per me quale avvocato. Una sequela di inesattezze, di banalità, di evidente poca conoscenza delle più elementari regole di democrazia e di diritto di cui, però, evito la replica perchè sarebbe sicuramente tempo perso per me e per te. Continua a fare bene il tuo lavoro che a quello degli altri......ci pensano gli altri con professionalità, dedizione, sacrificio nell'ottica di una giustizia fondamento di uno stato democratico
anomalo è quello che dissente dalla ns opinione, o dall'opinione comune (ancor peggio) magari quello che io ritengo anomalo è invece corretto.( o viceversa) di fatto, e sino a prova contraria, l'avvocatura non è certo una professione che contribuisce a fare qualcosa di buono. semmai sfrutta le lacune del sistema, e/o si arricchisce senza nulla produrre di buono. nessuno toglie merito allo studio dedicato per arrivare a ciò- ma reputare rispettosa una tal pratica reputandola addirittura una professione esula dai miei concetti. quindi, a tuo modo di vedere io ho qualcosa che non va. a mio modo di vedere tu hai qualcosa che non va. solo che fra i due, non sono certo io che difendo chi magari è colpevole, e pur sapendolo lo faccio ugualmente , facendomi poi pagare.. o no? io se so che uno è colpevole non lo difendo e basta, nemmeno per soldi. ma è vero... io sono un semplice ignorante, e certe cose non posso arrivare a comprenderle..
Ci sono evidenti contraddizioni in quanto hai scritto. Ammetti che ci vuole dello studio per arrivare alla professione di avvocato. Perché ? Perchè amministrare la giustizia non è semplice. É complicato. Deve risolvere diecimila situazioni diverse e decidere del destino degli uomini, esattamente come fa il medico con il corpo umano che è già complicato di per se, figuriamoci quando si ammala. Per questo hanno creato il Diritto, e non da oggi o ieri. Dal tempo dei Romani. Hanno creato un Codice Civile, un Codice Penale e i relativi codici di procedura. Poi ci sono le leggi dello Stato, che non ammettono ignoranza. Se tu fossi imputato di qualcosa e fossi innocente sapresti orientarti da solo in un ginepraio del genere? Non sto parlando delle "lacune del sistema", quelle sono create dagli uomini, dalle omissioni della politica, dalla politicizzazione dei giudici, dalla burocrazia, ma non intaccano minimamente l'essenza di quella che è la Giustizia. Se tu fossi imputato, senza sapere come funziona la giustizia, sapresti impostare una strategia di difesa? Sapresti contro-interrogare un teste di accusa alla sbarra e farlo cadere in contraddizione? Magari il tuo avvocato sì, e magari ti fa assolvere e se cosi fosse "qualcosa di buono" lo avrebbe fatto? Però affermi che la professione "non produce nulla di buono". Secondo il nostro ordinamento come altrove nel mondo ogni imputato ha diritto ad una difesa. Se nessun avvocato la assume gliene deve essere assegnato uno d'ufficio. Tu dirai " ma è etico assumere la difesa di un imputato sicuramente colpevole ?" . Può darsi di si e di no. Qui entrano in gioco altri fattori che però sono individuali e non intaccano la figura dell'avvocatura in se. Se nessuno assume la difesa di un certo imputato sarà l'avvocato d'ufficio a doversene occupare e proprio per "etica" dovrà assicurargli la migliore delle difese possibili. Poi ci sono avvocati e avvocati, come ci sono medici e medici. Se ricordi il caso di Cogne il primo avvocato si ritirò dal caso non perchè non voleva più difendere l'imputata ma perchè questa e la sua famiglia si ostinavano a esigere una linea di difesa insostenibile. Il secondo avvocato lo conosciamo bene. Cerco perfino di far incolpare degli innocenti fabbricando prove false. Basta questo a denigrare tutta una professione ?
circostanze del genere lo fanno anche pensare talvolta. ma anche il fatto che il diritto alla difesa in realtà generalmente dipenda da quanti soldi hai per farti difendere.
Penso non ci sia da aggiungere altro La presunzione di saper fare un lavoro che non solo non conosciamo ma di cui non comprendiamo neppure lontanamente le regole elementari dei suoi fondamenti e della sua evoluzione, evidenzia ancora di più quanto a volte ci sia la tendenza a parlare solo per mero sfogo personale. Non mi ritengo offeso come professionista perchè per offendersi bisognerebbe dare peso a quanto viene detto, ma per mia natura non dico che le persone debbano avere tutte la stessa visione della vita ma almeno conoscere ciò di cui si parla o almeno provarci. Attribuire responsabilità ad un professionista perchè il sistema non è di nostro gradimento è un "vulnus" che non ci rende migliori del sistema stesso di cui ne contestiamo esistenza e contenuto Cito questo specifico punto per corroborare il tuo pensiero visto che sembra essere il motivo di scandalo del nostro amico Marzo: ma chi dice che è sicuramente colpevole? Chi lo stabilisce a priori? Se questo fosse il presupposto di partenza potrei anche dire che il nostro amico Marzo, relativamente alle multe a lui comminate, è un furbetto e non ce la racconta giusta: lui era in quel luogo e cerca solo di farsi passare per innocente per evitare di assumersi le sue colpe e di pagare pegno. A volte prima di essere condannati o prosciolti ci vuole un equo processo ove è l'avvocato che si adopera per sostenere le ragioni del proprio cliente. Lasciamo perdere il "fai da te": quelle poche volte che il cliente si presenta con codice sottobraccio sono più le stupidaggini che dice di quanti capelli ha in testa (a meno di non essere calvo )
So benissimo che un imputato non è colpevole fino a sentenza ma non ho voluto farla troppo lunga. Ci si potrebbe riferire a casi in cui c’è la flagranza di reato ad es. rapinatore arrestato dopo conflitto a fuoco con la polizia. Rapina a mano armata, resistenza a pubblico ufficiale, tentato omicidio, detenzione abusiva di arma da fuoco…. Manca solo la sentenza. In un caso di omicidio in cui gli elementi di prova sono indiziari e circostanziali la faccenda si fa molto più complicata.
Certamente: ma non dovete mai dimenticare che in diritto non esiste solo l'omicidio (ad esempio) ma vi sono decine di gradi di colpevolezza in cui si potrebbe configurare lo stesso reato. La flagranza evidenzia solo il fatto ma non le attenuanti/aggravanti che sono da valutarsi solo attraverso un equo processo
Penso caro Giovanni che questo aspetto per alcuni risulti più un "vulnus" che l'esatto contrario...... fino a che non succede che siano loro ad essere alla sbarra. In questo caso ciò che era considerato un inutile orpello della giustizia (ivi inclusa la figura del difensore tanto messa alla gogna) diventa improvvisamente un diritto ineludibile.....per loro ovviamente
Io voto @(marzo) ministro della giustizia e libera vendita di qualsiasi arma da 14 anni in su e risolviamo tutto. Dimenticavo... Nel metaverso però perché nel mondo reale per quanto sia imperfetto e migliorabile preferisco il sistema così com'è.