verissimo è un po’ il limite che ho sempre osservato anche io per tale motivo di fronte ai referenda abrogativi mi viene da parlare di manicheismo senza nulla togliere al valore che l’istituto ha in sè ontologicamente, in quanto rimette direttamente al corpo elettorale determinate decisioni (ma appunto solo abrogative) in verità i temi complessi- ad esempio la responsabilità dei magistrati da te ottimamente citata - dovrebbero avere trattazione sistematica, organica e condivisa, cosa che imho nell’italia attuale è una pia speranza
Relativamente alla legge Severino (primo quesito) nessuno dice che la stessa sia poco indispensabile nel Paese Italia (tutt'altro) ed è assolutamente sbagliato questo tipo di approccio, ma che la sua enunciazione pecca non sul merito ma sul metodo. Tale legge prevede l'incandidabilità, l'ineleggibilità e la decadenza automatica per i parlamentari, per i rappresentanti di governo, per i consiglieri regionali, per i sindaci e per gli amministratori locali in caso di condanna e, avendo valore retroattivo, prevede la sospensione di una carica comunale, regionale e parlamentare se la condanna avviene dopo la nomina. Mi sembra che fino a qui nulla quaestio. Peccato che per coloro che sono in carica in un ente territoriale basta anche una condanna in primo grado non definitiva per l’attuazione della sospensione. Voi mi direte e allora? Che problema crea al cittadino? Potrebbe essere vista come una maggiore garanzia di tutela per il popolo e non un "vulnus". Apparentemente potreste avere ragione ma in realtà ciò potrebbe avere conseguenze ben peggiori. Infatti nella maggioranza dei casi in cui la legge è stata applicata contro sindaci e amministratori locali, questi sono stati sospesi, costretti alle dimissioni, o comunque danneggiati, e poi sono stati assolti perché risultati innocenti. La legge Severino ha esposto amministratori della cosa pubblica a indebite intrusioni nella vita privata creando, di riflesso, un momentaneo vuoto "operativo"ed un immobilismo a tutto svantaggio della collettività. Non fate confusione e non banalizzate l'argomento pensando che con la scelta di abrogare la legge Severino si faranno gli interessi dei "truffaldini". Abrogare la legge vuole dire dare un senso di civiltà alla nostra nazione in quanto una "condanna automatica e aprioristica" (perchè è giusto che voi sappiate che la sospensione è l'anticamera di una condanna in ambito politico) non è certo sinonimo di giustizia e si evita che il cittadino sia sottoposto ad un "vuoto gestionale" della cosa pubblica senza certezza di un giudicato definitivo e in maniera illiberale. Perchè voler far coesistere una differenza di trattamento tra esponenti centrali e periferici? Sbagliate nel pensare che il quesito voglia abrogare il principio (per di più giusto) contenuto nella legge: vuole solo cancellare l’automatismo e restituire ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso di condanna, sia necessario applicare o meno anche l’interdizione dai pubblici uffici. In un paese che si vuole definire democratico sia l’incandidabilità per i condannati in via definitiva sia la sospensione per gli eletti in enti locali, non devono essere automatiche ma demandati ad una valutazione di un giudice da effettuarsi caso per caso.
ottima analisi ed infatti guarda caso è molto difficile convincere persone di livello ad assumere cariche locali
Questo è sicuramente vero Max ma tra il non fare nulla e almeno provarci è sempre meglio la seconda opzione. Chi non gioca una schedina non si può lamentare in vita di non vincere mai nulla E' un arma a doppio taglio per coloro che appoggiano il referendum e anche per gli stessi diffidenti o negazionisti: non dovessero attuare l'eventuale volere del popolo è e sarà la fine del consenso e della fiducia. In poche parole........ la definitiva perdita di credibilità della politica nazionale.
In diritto non è una legge che deve decidere aprioristicamente un risultato ma, in uno stato democratico, l'applicazione della stessa deve essere demandata ad un giudice che deve rapportare il fatto al principio normato. Vi pongo una domanda: accettereste che nella vostra vita si giunga alla deriva che un vostro comportamento possa essere condannato ancor prima di essere valutato in un'aula di giustizia? Onestà intellettuale dovrebbe portarvi a rispondere in una sola maniera; in caso contrario è anche giunto il momento di piantarla di lamentarvi del sistema giustizia quando la cosa vi toccherà in via diretta. Siete voi gli artefici del vostro futuro perchè se questo principio (legge Severino) dovesse consolidarsi anche in ambiti diversi rispetto alla "gestione della cosa pubblica", la deriva di principio in essa contenuta avrà conseguenze devastanti nella vita di molti di noi/voi.
È anche vero però che non è obbligatorio fare politica. E non dovrebbe mai essere considerata una professione.
Verissimo Giovanni. Ma è anche vero che il farlo (per chi si sente di voler essere utile alla collettività) non debba per forza essere una colpa o una condanna aprioristica e codificata senza un giudicato preliminare. Il magistrato ha il ruolo di decidere: non lasciamo al legislatore tale facoltà perchè si rischierebbe una commistione di competenze deleterie per un paese che vuole definirsi democratico
Mi dispiace ma non sono d'accordo, meglio un eventuale amministratore innocente in meno che 1000 colpevoli in più. Negli altri paesi i politici si dimettono al solo odore di roba marrone, da noi se non li cacci a pedate non si spostano.
Liberissimo: ognuno è artefice del proprio futuro Il diritto non è vendetta ma giustizia: ti auguro di non dover subire l'onta di una condanna aprioristica infondata Comunque vedo che non mi sono spiegato malgrado lo sforzo: non si cancella il principio ma l'automatismo
La condanna in primo grado è cosa diversa da una condanna definitiva. In caso contrario evitiamo di mantenere i tre gradi di giudizio che risparmiamo in tempo e in denaro
Addirittura nella prima puntata della seconda stagione ci sono diversi sketch proprio sul fatto che ne lui ne isuoi ministri sanno parlare ucraino correttamente.
Ovviamente ne so poco e niente ma ritengo diverso essere accusati o condannati anche se solo in primo grado.
Diciamo che in un paese normale un innocente non dovrebbe mai essere condannato nemmeno in primo grado, e gli altri gradi di giudizio dovrebbero esistere solo nel caso di nuove prove, od elementi, siano essi difensivi o d'accusa. In Italia invece si assiste a totali ribaltamenti partendo dagli stessi elementi.
Cosa vuoi dire? E questo ti dovrebbe fare capire molte cose Oggi i tre gradi di giudizio sono una garanzia di cui, purtroppo, non possiamo fare a meno. Se il numero delle sentenze riformate dall’appello rappresenta più del 50% del totale, dovremmo concluderne che il margine di errore possibile è, in primo grado, altissimo.
Uno può essere falsamente accusato in modo strumentale a farlo interdire da una carica dai suoi stessi avversari.
Esattamente. Evitare l’automatismo e demandare ad un giudice con sentenza definitiva tale decisione è sinonimo di democrazia e giustizia. Il principio meglio uno innocente dentro che cento fuori non appartiene alla mentalità di chi fa del diritto un valore di democrazia