concordo ma l'investimento fine a se stesso ha poco senso se consideriamo che dovremmo essere noi a doverne godere. maccheronicamente: un imprenditore che sta tutta la vita ad accumulare capitali probabilmente gode meno di chi ad un certo punto decide di goderseli... è una questione di misura. di equilibrio.
Che poi…..potendosi permettere la residenza Crisanti comprare la seconda è come possedere una Ferrari e comprarsi una bici da Dechatlon Una non esclude l’altra ma forse il ragionamento non vale all’inverso
nessuna offesa. sono scelte personali. io preferirei svegliarmi in riva all'oceano piuttosto che a verona, ma ai gusti non si discute. il prezzo d'acquisto poi un pò di differenza la fa. con i milioni per la villa a verona lì ti ci compri tutta l'isola; altro che marmorino da rifare... (senza contare che in quei posti il marmorino ha poca importanza. si cammina anche a piiedi scalzi sulla sabbia) ma capisco , pur senza comprenderne la ragione, che taluni abbiano visioni differenti, e per tanto le rispetto.
Guarda che investire capitali è un lavoro ancor più importante e redditizio di guadagnare i soldi da investire. Tu lo vedi come un “non vivere” ma ti assicuro che spesso è più gratificante del lavoro originario e, per di più, ti lascia molto tempo per vivere tutti i passatempi che vuoi
Ma, tra parentesi, perché continui a parlare di Verona (che è una città stupenda) quando la villa Crisanti si trova a Vicenza?
È un po' come la differenza tra il conto economico e lo stato patrimoniale ... Se il il secondo non è messo bene, il primo può essere ottimale, ma l'azienda non vale un fico secco. Crisanti si muove in questa direzione.
si, ma sempre legato agli impegni necessari per aumentare o mantenere il capitale di cui sopra, anche se ormai non più necessario per poter vivere senza pensieri. non capisco chi ormai sessantenne si sbatte ancora per mantenere questi investimenti, quando potrebbe chiudere tutto e godersela come fosse nell'eden, senza preoccuparsi del fiscalista, dell'IMU, ecc ecc.. preferisce ancora star dietro a tutte ste cose anzichè voltare pagina e godersi il meritato riposo, ecco.. io queste cose non le comprendo. ma son ben consapevole che siano un meccanismo naturale. berlusconi avrebbe potuto vivere di rendita dedicandosi unicamente agli svaghi sin da mezzo secolo fa. eppure il mezzo secolo ha prefrito viverlo in altro modo. Senza poter andare in giro senza scorta, senza doversi difendere dai paparazzi o dai giudici di sinstra, dovendosi preoccupare di pubblimedia e poi di mediaset, ecc ecc. personalmente, avrei preferito poter girare il mondo abitando ai caraibi. ma non è per tutti così. lui preferisce arcore e quell'altro comprare una villa a verona. il mondo è bello perchè è vario diceva qualcuno. Qualcun altro diceva che chi ha il pane non ha i denti e chi hai i denti non ha il pane... saggezza popolare, o del volgo se vogliamo, ma saggezza... il godimento non è l'attivo sul conto corrente... il godimento è non doversi occupare proprio del conto corrente..
Non voglio insegnarti niente ma mi preme mettere su carta due piccoli concetti: 1) Le persone investono anche per garantire un futuro alle persone che amano e che rimarranno dopo di lui. 2) E chi ti dice che questo "impegno" (come tu lo chiami) non sia anche passione? Io ho avuto in casa un esempio: un padre che si sarebbe potuto permettere ogni cosa ma è passato a migliore vita solo quando ha smesso di lavorare e di fare quello che lo rendeva veramente felice; LAVORARE e investire. E ti assicuro che ne conosco molti come il babbo 3) A volte avere denti e pane nasce anche dalla volontà di non bruciare alla c@zzo quello che si è sudato; nulla toglie che questo piccolo impegno (investire) non ti possa fare lo stesso vivere quella vita da sogno che avresti sempre voluto cosa che, se hai sperperato, vivrai solo di sogni e di debiti......incluse le tue generazioni a venire. Il problema della vita è non solo guadagnare soldi ma, sopratutto, il saperli gestire. Estremizzando.......è più facile guadagnare (poco o tanto) che amministrare.
questo è certo. solo non capisco chi tragga più godimento dall'accumulale oltremodo denaro piuttosto che fruirne. il tuo ragionamento su come siano possibili entrembe le cose è corretto. ma quello che non condivido spesso è il metro di misura applicato. una volta sistemati i figli (se esistenti) chi ce lo fa fare di aumentare a dismisura il capitale che non potremo mai spendere? meglio accumularlo e poi anche spenderne almeno una buona parte prima di lasciare questo mondo; e se possibile chiudendo pure il capitolo che ci rende obbligati a dover seguire /amministrare tale fortuna. in pratica, sarei propenso una volta messo da parte quello realmente necessario, a non dovermi più dannare per accumulare un patrimonio che alla fine non godrei. meglio allora godersi la fine della vita senza questa incombenza. se quello che ho accumulato è già ampiamente bastevole, preferirei dedicare il resto della vita a passatempi che esulino dal doversi occupare di questioni economiche. io almeno farei così. poi anche io conosco gente che ormai milionaria è ancora in cantiere alla mattina; ha rinunziato ad avere una famiglia e passa le ferie al lago perchè più vicino alla sede di lavoro. ma in realtà gli anni passano, e ha vissuto a metà.
Chiedo comunque scusa: non voglio e volevo sminuire il sacrificio di molti nell'arrivare a fine mese. Capisco che i sacrifici sono un esempio di rettitudine e di moralità. Ma quando sento i soliti discorsi del perchè ad una certa età una persona non decide di viversi la vita (pur potendoselo permettere) dimenticando che nella vita non si è soli......mi prudono le mani. Amare non è una parolina da vocabolario: è un valore profondo che si trasmette di padre/madre in figlio perchè non sempre la nostra vita è un'autostrada dritta a quattro corsie. Non dico che a una certa età non si debba alleggerire il piede sull'acceleratore: dico solo che lo strumento dell'investimento aiuta a non sperperare anni di sacrifici e regala un minimo di serenità a coloro che dopo di noi rimarranno in vita in ricordo della nostra saggezza e altruismo
e niente sembri sempre un libro stampato quanto paghi allo spin doctor che lavora dietro le quinte per farti fare questi post di ineccepibile contenuto?
Si chiama amore la parolina magica che risponde a tutti i tuoi dubbi. Ti ricordi quando eri piccolo e mamma ti diceva di mangiare seppur ti eri ingurgitato un kg di pasta? Di quando con 40 gradi all'ombra mamma ti diceva se avevi messo in valigia il cappello di lana? Di quando papà ti diceva di andare piano pur sapendo che ti accingevi a fare un viaggio in aereo? Ecco: nella vita pur consapevoli di aver raggiunto un'agiatezza, ci si sente lo stesso in difetto di non aver garantito il meglio alle persone che verranno dopo di noi. Non sono padre ma sono marito: in quanto tale il mio scopo della vita è fare vivere ad Elena oggi il meglio possibile e, domani, la serenità che nulla le possa mai mancare. Io probabilmente non ci sarò più ma il solo fatto che possa morire con questa consapevolezza mi rende un uomo felice
dipende da cosa uno ritiene possa essere il meglio. è come dicevo una questione di equilibrio, o di misura se vogliamo.
Dipende cosa ci fa comodo credere per dare cibo al nostro egoismo. L'equilibrio e la misura valgono per le nostre cose personali e non per ciò che riteniamo possano meritare le persone che amiamo. In questo caso limite e equilibrio (in senso buono) non esiste e se mettiamo dei paletti è solo per soddisfare i nostri personali e privati bisogni