Eh, ci avevo pensato, ma poi viene il piano del governo per calmierare gli aumenti e lo prendo in quel posto... Ah, sia cosa? Mi butto a Prosek!
Infami!!! Le tentano tutte pur di sperare di somigliarci. Ma il made in Italy non teme competitors, impossibile ricalcarne la storia. Certo, se dai palazzi ottenessimo maggior tutela, sarebbe più semplice mantenere quantomeno il rispetto...
Certo che sarà un caso ma certi scandali vengono sempre fuori a pochi giorni se non durante le elezioni. Come direbbero a striscia la notizia... Ecccheccaso .. Non è che oggi i nomi in ballo siano proprio degli statisti
A proposito, oggi ad una festa di compleanno (allietata anche dalla vittoria fuori casa dei Kansas City Chiefs sui Philadelphia Eagles, so che non ve ne frega un ca@@o ma è per rendere l'idea del clima... schermo gigante Xmila", smoked & pulled pork e birre a gogò etc) mi han chiesto notizie del prosecco e per farsi un'idea si son scolati con voluttà il magnum di Berlucchi che avevamo portato... Il vino italiano è molto apprezzato anche qui. "Tra mandrie e cowboy c'é sempre una bottiglia di troppo tra noi....e quindi..".
Se riescono a vendere prosek per prosecco sono bravi, dai. Non è questione di tutela, il prosecco non lo conosciamo solo noi ma tutto il mondo, grazie a Dio. Il prosek è un vino fermo simile a un passito e nonostante si produca da secoli non se l'è mai calcolato nessuno. Azzarderei a dire che siamo noi italiani che gli stiamo facendo pubblicità
Anche il Tocai Friulano ed il Tokaji ungherese sono vini assai diversi, eppure in quel caso fu imposto agli Italiani di abbandonare la denominazione. Per quanto riguarda il Prosek, sarà anche vecchio di secoli, ma per quante volte abbia pranzato e cenato in Croazia non c'è stata una volta in cui ne abbia mai sentito parlare. Non va dimenticato che nel 1945, quando fu costituita la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, fu imposta la "socializzazione" di ogni produzione di vino (tranne un paio di eccezioni, situate sul Collio), con conseguente cancellazione di tutte le conoscenze, esperienze e competenze nell'arte della vinificazione. Fu una sorta di grande "reset", a causa del quale in tutte le regioni dell'ex Jugoslavia la coltivazione e produzione di vino fu appiattita verso il minimo assoluto, soprattutto in termini di qualità e varietà. Perciò se il Prosek sopravvisse, fu solo per piccolissime produzioni clandestine, in ambito privato. E se questo non bastasse , è opportuno sapere che il nome Prosek per quel vino lo coniò la Serenissima Repubblica nella zona appena sopra a Trieste, poichè "Prosek" in sloveno significa "zona disboscata" ed era appunto il nome della località che poi divenne Prosecco in Italiano. in quel caso si trattava effettivamente del vino passito proveniente dalla Dalmazia, ma nominato in tal modo solo dai Veneziani. E sempre a Trieste, nei primi decenni del 1800, sotto la dominazione asburgica, iniziò la storia del Prosecco come vino spumante (sempre in base al toponimo geografico), ad opera di un francese. Il nome Prosek, dunque, non solo non è di origine croata, ma non corrisponde nemmeno ad un vitigno specifico (nel qual caso si potrebbe invocare la denominazione dello stesso), poichè tale vino passito è prodotto con uve di rukatac, vugava, pošip, malvasia istriana, malvasia di Dubrovnik, lasina, babić, galica o plavac mali. Insomma, forse l'avranno anche conservato e bevuto di nascosto nelle loro case per alcuni secoli, ma è curioso che solo ora, a fronte di un successo planetario del Prosecco italiano, vogliano far riconoscere internazionalmente un vino croato che prende il nome dalla stessa località Italiana, invocandone addirittura la paternità (del nome). Per come la vedo io, se la comunità europea dovesse decidere di accettare la proposta croata, allora dovrebbero anche annullare la precedente sentenza sul Tocai vs Tokaji, altrimenti non ci sarebbe alcuna coerenza.
Volevo dire un'altra cosa e mi spiego meglio. Se il mondo confonderà il prosek con il prosecco, vuol dire che la gente sta messa proprio male perché da che mondo è mondo il prosecco è il vino con le bollicine e viene riconosciuto come tale anche da chi non sa nulla di vino. Alla lunga, poi, la denominazione di Friulano secondo me ha fatto bene a tutti, soprattutto al territorio di provenienza perché se non è scontato che tutti sapessero dove si produceva il tocai, tutti identificano dove si produce il Friulano.
Tu stai sopravvalutando il palato del resto del mondo. Forse negli ultimi anni la cultura enologica sarà un po' migliorata, ma posso dirti per esperienza personale che fino a qualche anno fa per Inglesi, Americani (con poche e rare eccezioni), Sloveni e Croati bere qualunque vino bianco spumantizzato significava bere Champagne. L'unica cosa che sapevano riconoscere era la presenza o meno di bollicine: poteva essere dolce, amaro, secco, con lieviti o senza e per loro non faceva alcuna differenza. Nemmeno a livello di etichetta. Non importava cosa ci fosse scritto, nè dove venisse prodotto..... se era Italiano o Francese era al di sopra di ogni possibile dubbio. Che fosse Prosecco, Trento Doc, Franciacorta, Asti Cinzano o vero Champagne non faceva alcuna differenza per loro. Poi c'erano i russi, ma per quelli era importante solo il prezzo: se alto o altissimo allora è buono. Altrimenti meglio la Vodka. Oggi si stima che di Prosecco se ne vendano circa 600 milioni di bottiglie all'anno.... pensi che siano tutti consapevoli di bere un vino bianco frizzante prodotto con il metodo Charmat?
Credo che il rischio sarebbe un altro, ovvero che un tizio entra in un negozio si avvicina ad uno scaffale per comprare del prosecco e invece prende una bottiglia di prosek. Già questo sarebbe un danno ma non finisce, alla sera va a cena da amici aprono la bottiglia e buah... Che schifo sto prosecco da domani solo Champagne.
Infatti, diciamo che un pizzico di tentativo di clone è abbastanza evidente. Come il parmesan, d’altro canto. Poi diciamo che consumatori “distratti” non mancano di certo. Io per primo, non essendo intenditore di vini e formaggi, trovandomi difronte a due opzioni cadrei “nell’inganno della cadrega”: anziché dire <mmh, buona questa catrec>, direi <mmh, buono questo parmesan abbinat ad un prosek>.
Mah, non lo so. Pensa che perfino qui in Veneto, spesso quando ordini un vino e chiedi "potrebbe portarmi un Friulano?" l'oste ti chiede di specificare quale vino friulano vorresti.
Il top l'ho provato sulle navi da crociera, da depliant e menù sembrerebbe di aver a che fare con cantine di livello, alla fine per i camerieri la selezione è fra rosso bianco o frizzante. Solo una volta mi è capitato un maitre che lo era per davvero consigliandoci in base al menu.
Cambio discorso.... ma neanche troppo, perché il fulcro di quel che voglio dire riguarda non tanto la notizia in se ma l'appiattimento della notizia e il qualunquismo ignorante del giornalista e del giornalismo in generale. Mi spiego se uno scrive un articolo su un incidente aereo ci si aspetterebbe non dico abbia una cultura areonautica ma che si documenti almeno su quel che scrive. E se lo avesse fatto non definirebbe certamente ultraleggero quello che si è schiantato a Milano, un executive turboelica da 9/11 posti con 3000km di autonomia , 500kmh di velocità di crociera, un motore da 1200cv e un prezzo di circa 5 milioni di euro. Uno che definisce ultraleggero un aereo del genere può fare coppia solo con chi scrive auto di grossa cilindrata ogni volta che c'è di mezzo un BMW o Mercedes e vive di luoghi comuni. Edit non avevo messo l'articolo. https://www.tgcom24.mediaset.it/cro...-perche-avete-deviato-_39001807-202102k.shtml