Dato che è lunedì mattina, vi pongo un ulteriore spunto di riflessione sul tema vaccini/green pass. Per le donne in gravidanza, attualmente le pagine dedicate del Ministero della Salute e dell'ISS recitano così: le donne in gravidanza e allattamento non sono state incluse nei trial di valutazione dei vaccini Pfizer-BioNtech mRNA (Comirnaty), Moderna e AstraZeneca per cui non disponiamo di dati di sicurezza ed efficacia relativi a queste persone [....] al momento le donne in gravidanza e allattamento non sono un target prioritario dell'offerta di vaccinazione contro il COVID-19 che, ad oggi, non è raccomandata di routine per queste persone [....] la vaccinazione dovrebbe essere presa in considerazione per le donne in gravidanza che sono ad alto rischio di complicazioni gravi da COVID19. Le donne in queste condizioni devono valutare, con i sanitari che le assistono, i potenziali benefici e rischi e la scelta deve essere fatta caso per caso In poche parole, se una donna è sana, (giovane) ed in stato interessante, la massima autorità scientifica in fatto di salute pubblica dice non dovrebbe vaccinarsi. Il che, a casa mia, è come dire "poichè non siamo sicuri di nulla, meglio se almeno nelle situazioni più delicate, evitiamo di cacciarci in potenziali guai". Ora, ogni donna potrà sicuramente decidere da sè, ma di fronte ad una indicazione che "non raccomanda la vaccinazione", come fa il legislatore a conciliare delle limitazioni che precludono (oggi) l'accesso a piscine e palestre (dove solitamente si tengono i corsi di preparazione al parto, ecc) e domani probabilmente anche altre che riguarderanno i trasporti ed il lavoro? Non dubito che molti di voi la risolveranno facilmente suggerendo la vaccinazione a prescindere, ma provate per un attimo a mettervi nei panni di una giovane donna che porta in grembo una nuova vita: sareste veramente così determinati a farvi inoculare qualcosa che, anche se con infinitesima (?) probabilità, potrebbe arrecare danno ad un esserino così indifeso e che prima ancora di venire al mondo dovrebbe subirne le imposizioni? Parer mio, come minimo (ma proprio minimo) dovrebbero rendere gratuiti i tamponi a tutte le donne in gravidanza. Così almeno il legislatore potrebbe lavarsene le mani e dire che ha fatto tutto ciò che era necessario. Ma la cosa che mi preoccupa maggiormente è che tali indicazioni del Ministero della Salute e dell'ISS (pubblicate il 31 gennaio 2021), alla luce delle nuove disposizioni sul Green Pass possano a breve essere unilateralmente variate e quindi piegate ad un volere più politico che scientifico, il che sarebbe dannatamente più grave e segnale di una assoluta non trasparenza. Magari i miei sospetti sono mal fondati, ma mi auguro veramente che non si arrivi a questo in assenza di trial clinici soddisfacenti e scientificamente validi che possano offrire sufficienti garanzie a milioni di giovani madri che si trovano in questa situazione.
Non è "non siamo sicuri di nulla" ma "non abbiamo testato quella situazione particolare". È molto diverso perché nel primo caso si generalizza la questione piegandola a ciò che si vuole sostenere, nel secondo si spiega qual è il punto specifico. Le donne in gravidanza non possono fare un sacco di cose e penso che molti di noi ne sanno qualcosa. Peraltro ci sono vaccini che non si possono fare in gravidanza e vaccini che invece si fanno perché immunizzano anche il feto. Dal sito del ministero della salute
Grazie per la parafrasi, ma la domanda è: "quindi, le donne (giovani ed in piena salute) in gravidanza come la devono mettere col Green Pass?"
Se non possono fare il vaccino non lo avranno. Così come non possono mangiare il sushi se sono negative agli anticorpi per la toxoplasmosi.
Quindi stiamo dicendo che non potranno andare al ristorante (dove somministrano anche cibi cotti, non solo sushi e sashimi), in palestra, in piscina, forse nemmeno usufruire dei trasporti a lungo raggio, nè insegnare a scuola (qualora fosse il loro mestiere), a meno che non si facciano un tampone ogni 48 ore? Magari a spese loro?
Per insegnare non è previsto il green pass ad oggi. Vedremo cosa faranno. E comunque sono tutte cose che già non fanno le donne che non hanno una gravidanza tranquilla e nessuna grida alla discriminazione.
Labrie perché non rispondi mai alle domande e giri attorno al problema senza colpire l’obiettivo? La domanda di Max é molto interessante e pertinente e ritengo che questo costituisca un vulnus molto marcato.
Ennesima dimostrazione che con le parole si può cercare di nascondere l’indole umana che, peró, alla fine, viene a galla. Il problema delle mamme in dolce attesa vale tanto quello degli anziani, dei portatori di patologie ecc….. Rispondere cosí é sempre stato, secondo me, al di là di essere una “non risposta”, mette in luce il nostro mondo. Ma al di là dell’aspetto pratico, come la mettiamo con quello giuridico di garanzia dei diritti? Per il momento abbiamo parlato di doveri (tutti condivisibili): ma sui diritti cosa abbiamo da dire?
Per colpa di queste prese di posizione, oggi, dopo un anno e mezzo di pandemia, c'è ancora gente che crede sia una normale influenza e che infettarsi è difficile. Hanno fatto una marea di danni
Per paura di perdere l'occasione di parlare con la stampa hanno rilasciato dichiarazioni di ogni tipo senza un minimo di cautela. Essere al centro dell'attenzione è infinitamente più importante di ogni altra cosa per quei personaggi. Ed i media continuano a dar loro voce....
“Chiamale se vuoi…..supposizioni” (Lucio Battisti) Ma come la mettiamo con il detto non ancora codificato: “il vaccino ci farà uscire da questa pandemia”? E se fosse l’ennesima sonora stronz@ta cavalcata anche da noi tutti come oro colato?