Ma se invece di uscire a cena, si esce a pranzo, non è la stessa cosa? Si mangia lo stesso, e non si rischia di infrangere il coprifuoco..
A tutto c’é una soluzione. Al posto di mangiare fuori si mangia a casa; al posto di di andare in piscina si nuota nella vasca e se fai sub usi la maschera e le pinne; al posto di copulare con una estranea si copula con la moglie; al posto di andare in windsurf si guarda un bel filmato su YouTube; al posto di andare in auto si gioca alla PlayStation; al posto di incontrare gli amici si scarica zoom…… Ovviamente scherzo
Vabbè e se invece di fare il ristoratore uno avesse fatto il politico sarebbe stato meglio ... Il discorso io lo sto affrontando dalla parte di chi con certe attività ci vive e non per chi ne gode. E poter fare coperto a pranzo e a cena è ben diverso che farlo solo a pranzo e in misura limitata alla sera.
Essere imprenditore comporta dei rischi... Per anni, la ristorazione in Italia è stato l'unico settore a non risentire delle varie crisi che si sono succedute, e che tutti gli altri hanno dovuto affrontare in un modo o nell'altro, ora è il loro turno... Oggi ero a pranzo in una cascina qui in zona, che ha fatto di necessità virtù, e ha preparato i tavoli sotto i vari portici a loro disposizione, raddoppiando il numero di coperti che ha normalmente all'interno, pur rispettando i distanziamenti, e facendo il pienone. È ovvio che questa soluzione non è possibile per tutti, ma essere imprenditori è anche (o sopratutto..) questo: saper approfittare delle occasioni quando agli altri "gira male"....
Preferisco da sempre anche io. Soprattutto perché la bimba alle 22 solitamente è già pigiamata (poi non dorme ma vabbè quello è un problema nostro).
Anche io preferisco andare a pranzo specie in primavera /estate. Ciò non toglie che il settore stia subendo enormi danni.
Trattasi di compromesso in un periodo particolarmente delicato. Tra zero e cento bisogna per il momento accontentarsi di quello che passa il convento anche perchè alla sopravvivenza dei commercianti bisogna pensare anche alla salute delle persone o almeno cercare di metterla il meno possibile in pericolo evitando di favorire quegli assembramenti tipici della vita notturna di tarda sera. Comunque questo scambio di vedute dimostra che, nel bene o nel male, ci sarà sempre qualcuno disposto a lamentarsi. C'è un detto molto conosciuto a voi bevitori: avere la botte piena e la moglie ubriaca è e rimarrà sempre una utopia. Bisogna prenderne atto: oggi a te e domani a me
Che però stante la mancanza di controlli, che sia per volontà o impossibilità di farli, di fatto non ci sono. Quindi si chiudono le attività che potrebbero, con le limitazioni i distanziamenti e tutte le precauzioni del caso essere più agevolmente controllati per poi consentire di stare in giro per strada senza che nessuno intervenga. Vabbuó sarò strano io che ve devo dì.
Mi spieghi il fine di tutto questo discorso? Mi verrebbe voglia di dire: vi va bene così? Perfetto. Non vi va bene? Pazienza ......bisogna farcelo piacere e provare a cogliere il meglio di quello che ci passa il convento
Non sei strano tu, è strano anche per me non vedere controlli. Credo che sia la conseguenza degli eccessi del primo lockdown
Perché fino a quando non ci sarà una dittatura che lo impedirà la libertà di parola e di contestazione civile è un diritto. Oppure, fermo restando il rispetto delle norme, a queste non si può comunque obiettare chiedendo che vengano migliorate? Se domani uno al governo si svegliasse e decidesse di tassare al 95% il patrimonio degli avvocati per destinare il tutto alla ricerca medica anti COVID tu saresti contento o avresti da dire che la trovi, pur rispettandola, ingiusta?
In quanto alla legge fiscale da te proposta (che personalmente ritengo un'ottima soluzione...) non credo che passerebbe, però, in quanto alle regole sul covid, più che alle sanzioni previste, per il loro rispetto, bisognerebbe affidarsi al buon senso delle persone, mi pare ovvio che se vado a cena fuori alle 21 e ho il coprifuoco alle 22, o vado al mcdrive o alla caritas, o non faccio in tempo... Quindi vado alle 12.30 facendo l'aperitivo al tavolo, e mi alzo con comodo alle 15.30,o meglio: rotolo giù dalla sedia alle 15.30, dopo innumerevoli portate e parecchia macchiona (dieciannidopo, una favola..), dolce, caffè ammazzacaffè, specialità per gli ospiti, biscottini e passiti, e bevuta di nuovi arrivi con il proprietario/cuoco/amico, il tutto con calma... Bisogna tornare alla vita civile con moderazione...
A parte che dopo un pranzo così se ti metti alla guida sei da ergastolo ..., premesso che non ho un ristorante egoisticamente potrei sbattermene se dopo averli tenuti chiusi per 8 mesi, avergli dato ristori che non coprono nemmeno le spese di luce e gas, ora di fatto li fai aprire solo per mezza giornata ma poi non metti in atto alcun controllo della gente che se ne sta bellamente in giro per strada per ore dopo il coprifuoco. Potrei fottermene, ma di certo ci vedo qualcosa di “strano” o quantomeno di incongruente.
Ma se tutti quelli che prima uscivano a cena si mettono ad uscire a pranzo, poi non c’è posto per tutti e che si fa? Si fanno due turni a pranzo con primo giro alle 11 e secondo alle 13-13.30 o 12 e 16? Stasera ero al mare e alle 19 c’era già il pienone nel ristorante vicino a casa, io alle 19.15 ho bevuto in forte ritardo il caffè del pomeriggio, e questi già cenavano probabilmente per poter rientrare a casa in tempo. Che tempi balordi
Che poi comprimendo il tempo favorisci lo spostamento e l’affluenza di “massa” in un periodo più breve perché tanto la gente in casa non ha ancora capito che dovrebbe starci.
L'incongruenza risiede nella mente di coloro che non riescono a capire che DOPO LE 22 SI DEVE ANDARE A CASA PERCHÈ LA PANDEMIA NON È FINITA, e non siamo tutti vaccinati, la situazione sanitaria odierna, più o meno è uguale a quella di domenica scorsa, il virus non è sparito con la proclamazione della zona gialla, e ci rimettiamo un attimo a perdere anche la possibilità di uscire a pranzo... Dopo un anno e 3 mesi di pandemia, credo che i controlli dovrebbero essere superflui, un pò come la cintura di sicurezza, dopo tanti anni di obbligatorietà, per me, salire in auto e metterla è un'automatismo, non un obbligo.. Quale parte di "non ci si deve assembrare" non è stata recepita dagli italiani?
Tutto condivisibile ma in democrazia esiste anche il dovere di rispettare le norme, piacciano o meno, senza travisarle per tirare acqua al proprio mulino come hai cercato di fare tu con il discorso gestore e avventore parificandone le figure e ruoli. Attività lavorativa e attività ludica, seppur connesse, sono ben differenti come fine sociale. E visto che una norma persegue un fine che è sociale e non personale, tu rientri alle 22 e al lavorante gli è permesso maggiore flessibilità. Non piace? Bene se ne può anche parlare e contestare visto che è un diritto ma questo è quanto il legislatore ha deciso e che in democrazia si rispetta senza se e senza ma. Io non voglio tapparti la bocca: voglio solo dire che facciamo lo stesso discorso da un anno e con quale fine? Secondo me il fine è esclusivamente quello di "sciogliere" le nostre frustrazioni personali perchè, caro Ale, a nessuno interessa 'na sega se il commerciante lavora o meno; a noi interessa solo non poter fare i cazzi nostri. Questa è la sola e unica verità se fossimo onesti con noi stessi. Ma forse dentro tanto finto altruismo c'è in noi il solito e unico vero grande egoismo
A grandi linee direi che è stato recepito solo assembrare. Senza non ovviamente. Ma la colpa è della gente o di chi non sa o peggio ha paura a dirlo.