Ad onor del vero, forse sarebbe giusto distinguere tra un foiling "assoluto" (quello in cui il natante si solleva totalmente dall'acqua) ed un foiling "parziale", come quello degli IMOCA 60, in cui la barca prima si appoggia sul foil e solo oltre una certa angolazione tende a sollevare completamente lo scafo. Ecco, le soluzioni crocieristiche assomigliano più agli IMOCA 60 della Vendèe Globe che agli AC75 dell'America's Cup, questo va detto.
Anche questo è vero Max. Rimane il fatto che la conduzione foiling è completamente diversa (e forse un tantino più pericolosa) di quella dislocante. Ovviamente le mie esperienze sono solo su "foiling assoluto". Mi riservo una considerazione (se mai mi capiterà) su quella "parziale"
Pienamente d'accordo. Personalmente non ho la minima esperienza di foiling e sono sicuro che, anche se parziale, richieda una certa preparazione, per nulla comune. In ogni caso poco di cui preoccuparsi: quando andremo a noleggiare il charter per la vacanza estiva ci offriranno il solito Jeanneau in vetroresina con randa avvolgibile sull'albero e quattro winch a manovella.
Hai voglia, un sacco di roba in più: sulla foce di un fiume (Rio de la Plata) enorme, trent'anni fa, dall'altra parte del mondo, barche con livelli di sicurezza e manutenzione da approssimativi a ignoti...
Coccodrilli no, ma serpentacci acquatici tanti: avevamo preso la commessa per la riqualificazione idraulica delle fognature de La Municipalidad de Vicènte Lopez e dovevamo ispezionare tutte le tubature per poi fare il relining. Molte volte, con le telecamere montate sul robot, riuscivamo ad inquadrare dei mostri che si rintanavano delle condotte...robe da scappare a gambe levate. Ma per fortuna scappavano loro. Invece a Montevideo (capital) abbiamo fatto un sopralluogo per lo stesso tipo di intervento, ma essendo condotte di circa un paio di metri di diametro siamo entrati direttamente nella fognatura. Quella linea raccoglieva le acqua di scarico di uno stabilimento della Coca-Cola ed era piuttosto compromessa. Una volta entrati, a parte il caldo soffocante, siamo rimasti al buio per qualche minuto, in attesa che ci passassero le pile e - nei miei incubi rivivo ancora quella scena - ricordo di aver appoggiato la mano (avevo i guanti) alla parete del tubo, sentendola "strana", quasi formicante. Arrivata la pila ho scoperto che la parete era letteralmente ricoperta di cucarachas gigantesche e rosso scure, che mi stavano ovviamente risalendo lungo il braccio. Dio santo che schifo!
Ma dai! Vuoi dirmi che da Montevideo non c'era nessuna azienda più vicina della vostra per fare la riqualificazione delle fognature? E come diavolo v'è saltato in testa di partecipare ad un bando di gara in Uruguay? Avevate un aggancio locale?
Avevamo dato origine ad una nuova società locale (che è ancora operativa tra le altre cose), partecipata da due italiani (io ed un altro di Reggio Emilia, entrambi del settore), un socio di riferimento argentino di origine italiana e un quarto socio locale, politico. Dopo un anno di gestione locale (senza commesse, senza ricavi, solo spese), abbiamo preso la decisione che per poter funzionare la gestione doveva essere tolta dalle loro mani e mi sono trasferito al volo a Buenos Aires restandoci per anni. Mi chiamavano "el tano Mussolini". Livelli di stress allucinanti, era praticamente tutto da fare, non avevamo competitors...
Dopo poco il mio arrivo abbiamo cacciato a calci nel sedere il socio politico (che intanto era diventato ambasciatore in Italia) e abolito quel "sistema"
Ogni tanto ripenso alla mia vita e mi chiedo se non fossi rientrato in Italia come e dove sarei adesso. Il ritorno fu dettato da una richiesta, direi una preghiera, di mio padre, che mi chiese di subentrargli qui. Mi dimisi, cedetti le mie quote (erano azioni al portatore), vendetti casa, caricai tutto sui container e rientrai con tutta la mia famiglia al seguito (moglie più - allora - due figli che a malapena capivano l'italiano). Poco dopo mio padre morì...
I miei soci argentini non presero affatto bene la mia decisione di lasciare l'azienda che era in fortissima espansione grazie al metodo "mussolini", tanto da farmi letteralmente sparire dalla storia aziendale (stessa sorte riservata al socio italiano quando - per altre questioni - lasciò anche lui). O meglio, il vero socio comprese le mie ragioni, ma il figlio - che stavo in qualche addestrando ma che nutriva una forte e immotivata invidia nei miei confronti per la fiducia che il padre aveva riposto in me - invece non mi rivolse più la parola nei tre mesi che restai lì dalle mie dimissioni e anche negli anni successivi (tutt'ora). Le cose che ho imparato e affrontato lì...mamma mia...
Quando si potrà finalmente mangiare un boccone insieme mi farebbe molto piacere ascoltare questa storia: sono sempre affascinato da quelli che hanno le palle di andare a vivere dalla parte opposta del pianeta..... Per rimanere in tema riporto di seguito un'intervista a Elio Somaschini, quel fisico che spiegava i principi di progettazione dei foils, che mi ha colpito molto proprio per questa sua scelta di andarsene in giro in barca per il mondo non solo per vivere il mare, ma soprattutto per conoscere altra gente, altri luoghi, altre lingue.... ecco.... questo mi affascina!
Se non l'avete visto ieri, vi suggerisco caldamente di guardare il docu-film "Vola Luna Rossa", presentato ieri dalla Rai. https://www.raiplay.it/programmi/volalunarossa Merita veramente.
Ricordo vagamente il racconto di una cena tra spagnolo e italiano che aveva fatto sorridere. Ma forse ricordo male