Eh già e poi per andare a sciare come facciamo??? No no. scherzi a parte è proprio così tutto bravi a sacrificare il culo degli altri e tenere il proprio al calduccio mentre a parole siamo tutti solidali.
C'è da dire che mi pare si parli di rifiuti a bassa radioattività. Certo, metterle in mezzo alle vigne o a Segesta anche a me non sembra il massimo.
Spero tanto che abbiano pensato ad una soluzione sicura: non credo le spargeranno sul terriccio dei vigneti come potrebbe fare, appunto, la camorra. Poi, nemmeno a me piacerebbe l'idea di bere un vino coltivato in una zona destinata allo stoccaggio di scorie nucleari, ma non credo lo scriveranno sull'etichetta, nè probabilmente ce ne ricorderemo al momento della scelta delle bevande dal menu del ristorante.
Concordo che trovare una coltivazione per un simile deposito non è sicuramente facile perché nessuno ovviamente lo vuole nel suo retrocortile l'acronimo nimby nave proprio da casi simili. Fra i siti individuati ad esempio ci è anche bosco Marengo che già ha una logica. Ma le colline del Monferrato proprio no, appunto perché anche se il deposito fosse super sicuro come probabilmente di fatto sarà, la sua sola presenza sarebbe sufficiente a danneggiare irreparabilmente le sue aspirazioni turistiche e agroalimentari. Tra l'altro si parla di deposito permanente per bassa e media attività e provvisorio per alta , e per provvisorio intendono qualche centinaio di anni.
Se non sbaglio in Francia uno dei più grandi depositi di scorie nucleari è situato proprio nella zona/regione vitivinicola dello Champagne. Non mi pare che tanti considerino la cosa quando comprano il loro "succo d'uva".
Lo stoccaggio corretto non dovrebbe avere alcun impatto sull'ambiente circostante, il fondo radiattivo naturale deve rimanere invariato. Sono molto piu' invasivi i piloni elettrici che, indipendentemente dalla pericolosita', con le radiazioni elettromagnetiche emesse modificano l'ambiente circostante. L'unica cosa che puo' generare problemi e' un forte terremoto, ma la scelta dei siti considera sicuramenente cio'. Alla fine, in confronto ai rifiuti speciali interrati in molti territori italiani questi depositi sono irrilevanti, ma la fobia instillata nella popolazione nel 1987 dalla politica non si spegne facilmente, e si ignora totalmente che se succede qualcosa di serio in una delle centrali francesi o slovene che abbiamo attorno cambia poco non avere centrali o scorie nucleari in Italia.
Condivido ogni riga, ma aggiungo che visto il costume italiano c'è il concreto rischio venga documentato l'utilizzo di cemento armato di 4mt di spessore per poi trovarsi con cartongesso di 20cm....
Mah, questo e' il motivo che molti adducono come l'alto rischio delle centrali nucleari italiane dal quale il referendum ci ha salvato ... ma sarebbe anche il motivo per non fare nulla di nulla nel nostro paese e quindi andarcene a vivere sereni da qualche altra parte.
cambia radicalmente una cosa sola .... che compriamo a caro prezzo l’energia da chi ha le centrali sui confini. Ma va e andava di moda essere denuclearizzati senza capire che invece siamo decerebrati e basta.
Ma no, attraversando le Alpi la corrente elettrica si purifica e diventa pulita ... e grazie, gestite correttamente le scorie l'impatto ambientale non e' neanche paragonabile a quello delle nostre centrali termiche. Il paradosso e' che i contratti prevedono che di notte, quando la richiesta e' piu' bassa, siamo costretti a continuare a prendere energia che deve essere consumata subito non essendo stoccabile. Quindi di notte spegnamo le nostre centrali termiche (spreco energetico), pompiamo indietro a monte l'acqua delle centrali idroelettriche (per recuperare energia da convertire l'indomani), e paghiamo un botto l'energia francese ... perche' le centrali nucleari francesi non si possono spegnere.
Non per darti torto (), perché non so se è vero ma: ho letto spesso che comprando la sovrapproduzione (la centrale non è on/off) la paghiamo un prezzo tutto sommato concorrenziale. Poi se sia vero non lo so.
La sovrapproduzione notturna, ma ci devi aggiungere il prezzo di accendere e spegnere le nostre centrali e lo spreco nel recupero dell'energia idroelettrica, come ho scritto sopra. Poi dovremmo fare un benchmark sulla concorrenzialita' rispetto al costo delle nostre produzioni. Sulla questione non ho mai trovato fonti non spostate da una delle due parti.
Concordo. L'aver chiuso dopo il referendum le centrali nucleari in funzione è stata una cavolata di cui ancora oggi paghiamo i costi sia ambientali che economici senza averne avuti almeno i benefici. E in quanto a rischi non cambia praticamente nulla avendo centrali tutto intorno al nostro confine. Questa fobia del nucleare tutta Italiana è però proprio quella che mi fa dire un secco no ad una discarica nel Monferrato perché sarebbe la fine del turismo in zona e un duro colpo anche all'agricoltura e al vino. Su bosco Marengo invece non avrei nulla in contrario, tanto c'è già la ex fabbricazioni nucleari, che tra l'altro al momento mi risulta funga già da deposito provvisorio. Almeno questo Non credo, ci saranno sicuramente parecchi controlli anche perché sarà un operazione molto al centro dell'attenzione. La preoccupazione piuttosto mi verrebbe sul lungo periodo quando passato il clamore mediatico l'attenzione a fare le cose per bene potrebbe calare. La sovraproduzione notturna ci conviene acquistarla perché ci permette di immagazzinare l'energia con il pompaggio nelle centrali idroelettriche e riottenerla di giorno quando costerebbe di più. Le centrali che vengono spente sono le turbogas e accenderle e spegnerle non è un problema, sono fatte apposta. E anche le nucleari anche se non vengono mai spente possono essere modulate per regolare la produzione.
La questione è il rapporto tra quanto siamo obbligati a prenderla per avere un prezzo medio decente e quanto recuperiamo pompando su l'acqua invece che utilizzare l'energia non prodotta per le nostra necessità.
Si sì, ma infatti specificavo di prenderla con beneficio d’inventario perché è un qualcosa che ho letto distrattamente e del quale non mi sono mai interessato minimamente.
Si, ma è la scoperta dell'acqua calda. Chiunque, in proprio o con l'ausilio di altri, abbia un potenziale tale da poter acquistare la maggioranza o una percentuale di controllo di un titolo azionario può determinarne le sorti (e questa è una delle ragioni per cui in mancanza di informazioni valide sull'azienda e quindi sul suo valore reale, si dovrebbe utilizzare la borsa solo come "slot machine"), il problema però è che molti che non hanno questo potenziale, vedendo la crescita inaspettata si fanno attrarre all'acquisto, ma nel caso delle speculazioni, la crescita non può essere mai rapida quanto l'inevitabile crollo, quindi se non si acquista prima del picco e non si riesce a vendere prima del crollo, ci si rimane sotto, dopodichè non esiste strategia alcuna per recuperare il perso. Quando si investe (gioca) in borsa, non bisogna mai perdere di vista il fatto che le azioni sono come qualsiasi altra merce, il loro valore non si muove in funzione del valore intrenseco (che il 99,99% periodico e molto più basso), ma solo ed esclusivamente sotto i colpi della domanda e dell'offerta che possono essere da alcuni soggetti pilotate a piacimento.