Vela, America's Cup e Passione per il Mare

Eccomi qui.... nottata lunga, come 20 anni fa, ad aspettare il vento... e risveglio difficile il mattino successivo....

Se ho capito bene, per scontare la penalità si devono perdere 50 metri di distanza rispetto al vento, facendo una manovra che dimostri l'intenzione: ad esempio una poggiata che permetta all'avversario di guadagnare 50 metri rispetto al distacco misurato in quel momento.
Luna Rossa ha fatto proprio così: ha poggiato per qualche secondo, lasciando che ETNZ si avvantaggiasse di un po' di distanza, per poi orzare e tornare a viaggiare nuovamente al massimo delle prorie potenzialità.

E' una modalità del piffero, che IMHO dimostra ancora una volta come vogliano provare a conquistare un pubblico proveniente dai mondi più diversi.
Ricorda infatti le penalità della Formula 1, in cui il pilota deve transitare lungo la corsia dei box a velocità limitata, ed in qualche modo ricorda vagamente anche il football americano, quello in cui il campo è suddiviso in tante linee longitudinali, per misurare le yards conquistate e perse dalla squadra in attacco.

Venendo alle giornata di regate, pur essendo ormai quasi giorno, lo scontro ETNZ - Luna Rossa è stato quello più interessante ed avvincente in assoluto.
Non so se a causa delle mia stanchezza o della pessima regia, mi sono perso il momento in cui Luna Rossa, in notevole vantaggio, è funestamente affondata, senza riuscire a decollare per un'interminabile quantità di secondi. Assurdo come non riuscissero più a ripartire, lasciando l'avversario recuperare e poi concludere vittoriosamente una gara che invece il nostro team avrebbe potuto e dovuto aggiudicarsi senza troppa difficoltà.
Per certi versi m'è sembrato uno di quegli incontri di boxe truccati, in cui uno dei due pugili (quello che s'è dimostrato più forte) ad un certo punto scivola sui suoi stessi piedi e finisce al tappeto, per poi rialzarsi solo dopo che l'arbitro ha contato fino a 10....
Non m'è piaciuto nemmeno il fatto che la direzione di gara abbia aspettato la rimonta di ETNZ prima di accorciare il percorso, mentre quando il vantaggio di Luna Rossa era nettissimo ed il vento in calo, continuavano a mantenere il programma originale, ma vabbè, è l'America's Cup e si sa che il defender gioca in casa.

In ogni caso, a parte quell'assurdo affondamento, la barca si è dimostrata (come da previsioni) assolutamente performante con venti leggeri e l'equipaggio molto lucido e preparato. E' sicuramente presto per fare una previsione, ma siamo certamente tra quelli che hanno lavorato meglio nella preparazione fino ad oggi.
Spero semmai che mettano a punto quel cavolo di software, perchè l'uscita dal campo, che è costata loro una penalità, potrebbe anche essere stata una scelta tattica per arrivare in boa con un unico bordo, ma a me è sembrato l'ennesimo del sistema informativo di bordo e questo è inaccettabile.

Mi spiace invece un sacco per Ben Ainslie e per il suo team. La barca è decisamente la peggiore del lotto e ieri ha dimostrato per l'ennesima volta l'enorme gap che c'è rispetto agli altre sindacati.
Sicuramente l'avaria al sistema dei foils ha giocato loro un brutto tiro nella prima giornata di regate, ma anche con tutti i sistemi funzionanti risultano i più lenti in tutte le andature. Ed in un simile clima di sconforto diventano frequenti gli errori di manovra perché l'equipaggio perde convinzione e coesione. Mi auguro dunque che possano risolvere definitivamente i problemi tecnici e che possano portare la loro imbarcazione ad un livello simile di quelle concorrenti.

 

Si, ma è affondata quasi certamente a causa di manovra mal condotta (come ETNZ). Peccato, però, che a differenza di ETNZ non riuscisse più a riprendere il volo.
Con poco vento strambate e virate devono essere condotte in modo molto attento, al fine di non far scendere mai la velocità dell'imbarcazione al di sotto di quella critica, che farebbe appunto affondare i foils. Luna Rossa deve aver sbagliato qualcosa, forse virando troppo stretto o cercando subito un angolo troppo forzato.

Queste imbarcazioni di bolina viaggiano ad una velocità che è circa 3 volte quella del vento, al lasco addirittura quasi 4x. Sopra i 6 nodi di vento dovrebbero riuscire a decollare per raggiungere almeno i 16 nodi di velocità, considerata la velocità minima per galleggiare sui foils.
La sensazione è che Bruni (al timone durante il tentativo di ripartenza) fosse in grossa difficoltà, tant'è che hanno cambiato mure per lasciar fare a Spithill il decollo (ed infatti ci è riuscito).

P.S. Altra cosa che mi è piaciuta molto ieri era la capacità di Luna Rossa di tenere un angolo più stretto rispetto a ETNZ, sembrando più lenta di un paio di nodi in termini di velocità assoluta, ma ottenendo un miglior VMG.

 

Questa notte mi sono tornate in mente le difficilissime ore passate ad attendere il vento, durante l'America's Cup del 2000.
Non so se quando inizierà la Prada Cup (15 gennaio) riuscirò a guardare tutti gli eventi in diretta: il risveglio del mattino successivo è veramente difficile.

Comunque, niente Christmas Race ed ora tutti al lavoro sulle barche per ottimizzare il setting.

Questa notte, approfittando della mancanza di vento, hanno spiegato che 3 team (Emirates Team New Zealand, American Magic e Luna Rossa) hanno già realizzato 2 dei 3 set massimi di foils consentiti dal regolamento, mentre Ineos Team UK, purtroppo, ha già fatto anche il terzo.
Ora potranno modificare questi set per una percentuale massima del 20% (riducendo le masse o qualche altro parametro), ma non potranno fare nulla di radicalmente diverso rispetto a quelli già presenti.

In ogni caso, per quel poco che s'è visto ieri, i Kiwi sono veramente forti: finché il vento non è sceso sotto ai 6 nodi sono riusciti a tenere la barca sollevata in qualsiasi manovra, nonostante i loro foils non siano particolarmente adatti a venti medio leggeri.

Guardando la situazione meteo di ieri, mi chiedo perchè, ancora una volta, abbiano scelto Auckland come location per l'America's Cup. Immagino sia soprattutto per questioni logistiche ed economiche, ma dal punto di vista eolico è un bel pasticcio.
In questo periodo (primavera australe) sono frequenti le giornate in cui la termica non arriva o arriva particolarmente scarica, a causa dell'orografia della zona.
In estate, poi, ed in particolar modo nel periodo in cui si svolgerà l'America's Cup (fine estate australe), invece, il vento e soprattutto le onde rinforzeranno parecchio, prestandosi meno ad imbarcazioni di questo tipo.

 

Copio e incollo questo interessante articolo, della stampa neozelandese:

But however you look at it, the racing remains crucially important to all four of the teams and has revealed a great deal about their relative strengths and weaknesses. For American Magic, the previous three days have shown that, based on points, they are the quickest of the Challengers. Plus, they’re the only ones to have beaten the Defenders so far. Furthermore, Terry Hutchinson’s team have demonstrated that they can deliver over a reasonably wide range of conditions despite some apparent self-doubt about their speed in light conditions.

A similar picture has emerged for Luna Rossa Prada Pirelli, albeit without managing to beat Emirates Team New Zealand, despite coming extremely close in the final race of the PRADA ACWS Auckland. Their ability to perform near flawless maneuvers under pressure thanks to their unique dual helmsman configuration has been a talking point and appears to have given the team an edge in tight situations. They too look slippery in the light and perhaps most crucially, able to match the Defenders in their ability to take off in light weather.

Sadly, this has not been the case for INEOS TEAM UK who have had serious problems with getting onto their foils or staying there when the breeze drops.

Ironically, for a team that had a deeply frustrating third day where they failed to finish both races, they were the fastest boat in a straight line with a top speed yesterday of 43.3knots. (Interestingly American Magic was the slowest). Once the breeze is above a certain threshold Sir Ben Ainslie’s team shows signs of being able to match the others, but there is clearly a great deal of work to do.

For Emirates Team New Zealand today is also crucially important. This is the last time that they will get to race against the three Challengers. The next time they line up on the race course it will be for real in the America’s Cup in March. By then they will be facing the strongest of the Challengers in the fight for the world’s oldest international sporting trophy. A Challenger who will have undoubtedly raised their game in the battle to gain the coveted place.

Emirates Team New Zealand know the process well, having been Challengers themselves in the last America’s Cup in Bermuda and while the end result will be the same in that they will be on the start line for the America’s Cup, they will be wearing a different hat.

But for all the relative performances among the teams, the weather conditions today look likely to take all four into new territory in a live racing environment.