Te ne dico un'altra... Sempre ignorando come si comportino nelle dolomiti i proprietari locali, in valle d'aosta (e sopratutto nei centri minori come quelli della Val d'Ayas e nelle decine di valli minori, in altissima stagione, è consuetudine affittare gli appartamenti MINIMO per un mese, nessuno te lo affitterà solo per la settimana di Natale e capodanno, e se te lo affitterà per la sola settimana di Natale, ti darà una stalla al prezzo di una suite alle terme, e senza fattura.. Ma come se non bastasse, al momento di stipulare l'affitto, te lo dicono bello chiaro-chiaro: se vuoi l'appartamento, te lo prendi per un mese, io ti fatturo una settimana e le altre me le dai in "nero", altrimenti l'appartamento non te lo do, me lo tengo li, e lo do via a Natale per millemila € al minuto... E tutto questo, non con un appartamento, i locali, minimo ne hanno 5 o 6 ci case da affittare (una per ogni figlio/figlia e qualcuna in sovrappiù come "risparmio a rendita"..), e lo fanno da decenni.. E questi, evasori spudorati in una regione già privilegiata dallo "statuto speciale", dovrebbero piangere miseria? Ora? Per me possono franare a valle con tutta la loro neve, altro che averne compassione
L'anno successivo la mia ex moglie trovò in affitto un appartamento in paese, ma sinceramente non ricordo nè la durata del soggiorno nè il costo, ricordo solo di aver pagato con assegno.
Il turismo, al di là delle pandemie, vive da quando esiste (cioè da poco, se ci pensiamo bene) di mode e ondate. Basti vedere quante località rinomate 10 o 20 anni fa oggi siano deserte. Sia maggiori che minori. È il rischio d'impresa, che nelle attività stagionali è già massimo. Pensate a Rimini durante gli anni della mucillagine.
Minchia!! E chi sei? Lo sceicco bianco? Quasi un millino al giorno! Appunto, esiste un CTS, un ISS e mille altri consulenti che devono dare indicazione al governo sulle cose da fare. Non serve il parere di un docente universitario a caccia di notorietà. Tanto meno se la sua dichiarazione è priva di contenuti scientifici e ricca, invece, di giudizi morali. Sono nato e cresciuto a Jesolo, che non è Rimini, ma nemmeno l'ultima delle località turistiche. Li conosco praticamente tutti, dal più ricco albergatore al più povero dei lavapiatti. L'albergatore medio a giugno dichiara che forse quest'anno dovrà chiedere il reddito di cittadinanza, a luglio (con il parcheggio dell'hotel straripante di auto di clienti) sostiene che una stagione così misera non l'ha mai vista, a metà agosto ti racconta di essere veramente stanco di lavorare per un tozzo di pane, a fine agosto pianifica già la chiusura, l'acquisto della nuova Mercedes, le vacanze di tutto l'inverno e magari anche l'acquisto di un altro albergo. Il tutto dichiarando redditi d'impresa al limite della fame o quasi. Ma c'è anche un'esercito di stagionali, che per numerosità sovrasta brutalmente quello dei ricchi imprenditori, ci sono i piccoli esercenti, quelli che affittano i negozi e che in una stagione di lavoro ci tirano fuori poco più che uno stipendio, ci sono i camerieri, le donne delle pulizie, i bagnini di salvataggio, i bagnini degli ombrelloni, ecc ecc ecc Tutta gente che abita in loco o in immediata prossimità e che attende con ansia la stagione per svolgere un lavoro dipendente con contratto a tempo determinato. Questi, se la stagione turistica non parte, non avranno nemmeno i soldi per pagare affitto/mutuo e bollette.
Tieni conto che con cinque in famiglia sei sempre fuori standard (al massimo prevedono camere con una matrimoniale e due letti singoli...) ho sempre dovuto prendere due camere, una doppia e una tripla per i figli, anche in crociera, stessa roba: due fottute camere con il conseguente raddoppio secco delle mance "istituzionali" di bordo
non pensare che in città sia diverso quando chiude una fabbrica. non tanto per quelli in cassa ma soprattutto per i dipendenti, anche in nero, delle piccole aziende dell'indotto. e magari in città sei lontano dalla famiglia, senza un paracadute, con l'affitto da pagare.
Al netto di tutto il resto del post che niente aggiunge: ma chi ce lo devo dire cosa fare il mio fabbro? Usciamo dalla logica dell'uomo della strada perché non ci porterà da nessuna parte.
Ed entriamo in quella dell'uomo a casa. L'epilogo è lo stesso: non si andrà da nessuna parte (per DPCM)
Ragazzi ho una curiosità sul coprifuoco: Non è consentito circolare liberamente dalle ore 22.00 alle ore 05.00, salvo comprovate esigenze lavorative, per necessità, per emergenze sanitarie o per il rientro al proprio domicilio (Tra le F.A.Q. sul sito del governo: "Chi si trova fuori dal proprio domicilio, abitazione o residenza potrà rientrarvi? Sì".). Ore, se uno si reca a far visita a casa di un amico o di un congiunto (in numero totale comunque inferiore a sei) - a memoria è sconsigliato ma non vietato - e rientra al proprio domicilio alle 23.00 o più tardi, è punibile? Se la risposta è no, è un vulnus?
Tecnicamente parlando, se sei a casa di amici (pur rispettando i limiti di presenza), non dovresti essere sottoposto ad alcun orario massimo di permanenza, quindi nulla vieterebbe di trattenersi ben oltre le 22, salvo poi l'inevitabile conseguenza di violazione del coprifuoco. Però, se sei in grado di dimostrare di esserti messo in auto prima delle 22.00, per rientrare presso il domicilio attraverso la via più breve, non penso possa costituirsi un reato. Certo, se la cena era a Roma ed eri consapevole di dover rientrare a Milano, ti potrebbero accusare di aver deliberatamente violato il coprifuoco, ma qui si va oltre ogni possibile ragionevolezza. Resta il fatto che tutto dipende da chi ti ferma. E successivamente, qualora questo ti sanzionasse, dal GdP che troveresti in udienza di ricorso.
A me pare di capire che anche se ti metti in macchina alle 23, da come è scritto. Penso che però intendessero il rientrare a casa dalle due fattispecie esimenti...
Potrebbe essere così (le "esimenti" sono ad ogni modo tre), ma è realmente e unicamente così? In punta di penna, direi di no.
Meglio buttarla in vacca .... Un gruppo di amici di 40 anni pensa a dove incontrarsi per il pranzo. Infine viene concordato di andare alla Trattoria Lo Scoglio, perché le cameriere sono simpatiche. Dieci anni dopo, all'età di 50 anni, ancora una volta gli amici vagliano dove incontrarsi per il pranzo. Infine concordano che si vedranno alla Trattoria Lo Scoglio perché il cibo è buono e la selezione dei vini eccellente. Dieci anni dopo, all'età di 60 anni, gli amici nuovamente esaminano dove riunirsi per il pranzo e alla fine concordano per la Trattoria Lo Scoglio, perché e' un posto tranquillo con una bellissima vista sul mare. Dieci anni dopo, all'età di 70 anni, gli amici discutono su dove fare il loro pranzetto decennale e la scelta cade sulla Trattoria Lo Scoglio perché il ristorante è accessibile ai disabili e ha l'ascensore. Dieci anni dopo, all'età di 80 anni, gli amici devono scegliere dove incontrarsi per il pranzo. Infine decidono all'unanimità di trovarsi alla Trattoria Lo Scoglio, perché non ci sono mai stati prima. Speriamo di non fare la stessa fine
Semaforo rosso. Ad un camion si affianca una coupè rossa fiammante, scende una bionda mozzafiato, bussa sulla porta dell'autista per richiamare la sua attenzione (casomai ce ne fosse bisogno...) e dice: "Ciao, sono Rita, ho 27 anni e stai perdendo il carico". Ma viene subito verde e il camionista riparte sconcertato. Altro semaforo rosso, si affianca nuovamente la coupè, scende la bionda che bussa ancora e dice: "Ciao, sono Rita, ho 27 anni e stai perdendo il carico". Ma viene verde e il camionista riparte ancor più sconcertato. Semaforo dopo, ancora rosso. Ancora la bionda, che bussa una terza volta e dice "Ciao, sono Rita, ho 27 anni e stai perdendo il carico". Stavolta però il camionista abbassa il finestrino: "Ciao, sono Alfredo, ho 35 anni e questo è uno spargisale..."