Questo è il punto focale, il lockdown (o la sua mancata applicazione) è una precisa scelta politica ed è qui che - come consuetudine - casca l’asino. Quella che pongo io è una questione sostanziale e arrivati a questo punto, o si applica o non si può pretendere che la gente si chiuda in casa da sola. Non ne faccio nemmeno una questione personale, è noto che per me non comporta alcun sacrificio restare a casa nei fine settimana, anzi, ma ci si può lamentare per un comportamento che non è vietato da alcuna legge? Per come la vedo io, il fattore di contagio si è impennato con il ritorno a scuola ed il conseguente sovraffollamento nei mezzi pubblici. Ne sono più che persuaso, perché possiamo dire quello che si vuole, ma la situazione è cominciata a peggiorare un mesetto fa e se l’incubazione è di dieci, quattordici giorni, come tempi direi che sono plausibili. A Napoli, quando la squadra locale ha vinto mi pare la super coppa o la coppa Italia ci sono stati enormi festeggiamenti in piazza con migliaia di tifosi privi di mascherine e privi di controllo. Quant’è passato da allora? Quante centinaia di persone si è contagiata? A memoria non moltissime. Quindi ribadisco il concetto sostanziale: tocca alla politica l’onere delle scelte più scomode, perché è questa che deve render conto ai cittadini, non il contrario. La loro inettitudine sta provocando uno scontro sociale su molti livelli, statali contro privati, domicilio contro residenza, weekend al mare contro weekend a casa, furbizia contro rettitudine. Ripeto la domanda: cui prodest?
Io penso a nessuno, a differenza dei complottisti. Semplicemente le soluzioni di compromesso non portano mai a nulla di buono.
Quindi: Se inviano i droni a stanare quelli che escono sono dei tiranni, e se non li inviano sono degli incapaci... Nulla da dire, come filosofia è molto "comoda", ti ci puoi accoccolare dentro, e lei ti permette di ignorare delle parole scomode come "dovere" o "responsabilità", e di dare sempre la colpa agli altri. Lo scontro sociale è alimentato da persone che condividono questo tipo di filosofie, che sono molto "levantine", perchè se noi fossimo più "svedesi" e un pò meno "turchi" come mentalità, quando il governo, qualunque esso sia, ci direbbe: state separati, state a casa, mettete le mascherine, non uscite se non è necessario, tutti lo farebbero, e nessuno si sognerebbe di fare il contrario o di protestare... Liga artica, dove sei?
Esiste una legge chi ti vieta di uscire di casa? La rispetti. Non esiste? Io chiedo perché. Il resto non lo giudico perché non mi interessa gran che.
Se sei "rosso o arancione" la legge c'è, e DEVI stare a casa.. Se sei "giallo" e puoi uscire di casa legalmente, se sei "turco", vai in centro insieme a 342mila persone a guardare le vetrine dei negozi aperti, se sei "svedese", vai a Ticino su un ghiaione insieme ai tassi a far rimbalzare i sassi sull'acqua.. Sempre li siamo: filosofie...
Certo che si a mio modo di vedere... ci sono cose non vietate che non sono comunque ben viste dai nostri "usi e costumi". Credo si dovrebbe sempre usare il buon senso e la prudenza nelle cose. Il buon senso dice di non andare a fare assembramenti se lo possiamo evitare.
Se sei giallo ed esci, come in Veneto, in Emilia Romagna, in Campania e nella maggioranza delle altre regioni (almeno nello scorso weekend) non rispetti qualche legge? Non è filosofia, a mio modo di vedere è un principio cardine di uno Stato democratico che dev’essere fondato su regole, non su indicazioni o speranze. Se vuoi che io resti a casa, me lo devi chiaramente indicare attraverso una legge, non puoi affidarti alle scelte delle persone (morali o etiche) sperando che lo capiscano, perché in questo caso rinunci al ruolo che hai scelto di ricoprire. Posso essere altresì critico verso una legge, ma sono comunque tenuto a rispettarla. Per fare un semplice esempio, Zaia si è lamentato degli assembramenti eccessivi lo scorso fine settimana, per esempio a Caorle, dove io ho peraltro a casa. Il suo dovere politico, se ritiene che questo sia un comportamento sbagliato, è di impedirlo ex ante, non di lamentarsene ex post.
Marco, facciamo chiarezza. Io la penso come voi, ritengo che siano sciocchi quelli che senza motivo alcuno (gita di piacere non è un motivo) si sono ritrovati ammassati nei luoghi di villeggiatura in un momento come questo. Ma sollevo una questione che per me è di fondamento: uno stato democratico e laico si fonda sulle regole o sulla morale o sull’etica delle singole persone?
Il decreto sconsiglia fortemente di muoversi se non necessario. Non è un obbligo giuridico. Forse però è un obbligo morale. Come tale, non per tutti, ovviamente
Si fonda sulle regole, ma siccome la differenza tra l’uomo e l’animale si fonda sul fatto che il primo ha la capita di discernere ogni tanto si potrebbe esercitarla questa peculiarità.
Per dirla tutta, trovo questa soluzione dei colori (al netto delle regioni rosse) una mossa finalmente molto arguta da parte del Governo, perché crea il fondamento per un giudizio morale sul comportamento delle singole persone, nelle singole regioni. Fate i fenomeni e andate a fare inutili passeggiate di massa? Se vi si chiude è solo colpa vostra, non nostra che vi avevamo concesso una certa libertà d’azione confidando nel vostro buon senso. Si arriverà al lockdown nazionale, già stasera o domani pare sia il turno della Campania e già Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna pensano a interventi mirati per scongiurare - dicono - il passaggio da giallo a rosso.
Le regole fanno sempre la differenza: il discernimento è (purtroppo) soggettivo, le regole sono invece (sempre) oggettive. Infatti arriveranno nuove regole.
Arguta o no, Piemonte e Lombardia sguazzano nella merda. E si erano pure lamentati Fontana e Cirio...
In ognuno di voi possono ravvisarsi delle ragioni più o meno fondate e condivisibili. Non bisogna però mai dimenticare (e questo non è un gioco di parole) che esistono due tipologie di regole: - quelle imposte da un norma scritta di qualsivoglia natura e valenza come fonte; - è quelle imposte dalla civiltà e dalla propria sensibilità e amore per se stessi e per il prossimo pur non codificate dalle istituzioni. Se le prime non possono/devono essere travalicate in un regime democratico, le seconde rappresentano le cosiddette "regole di coscienza" che, pur ammessa la disapplicazione, rimangono dei principi da rispettare nel vivere civile. Questi sono i VALORI. Purtroppo se è acclarata che la nostra personale civiltà è sempre di maggiore spessore rispetto a quella degli altri (chiamasi egoismo), anche le regole scritte sono da noi calpestate attraverso dei meccanismi contorti volti a trovare una scappatoia al solo fine di soddisfare propri personali interessi. Anche in questo secondo caso ci troviamo di fronte ad un egoismo becero supportato dalla convinzione che le istituzioni, nella loro imbecillità, non sono riusciti a ricomprendere tutte le possibili casistiche. Vedi ad esempio il principio di residenza o domicilio: ma, anche ammesso e non concesso che la definizione appare nebulosa e contraddittoria, che necessità c'è di trovare un escamotage per bypassare un principio che appare quantomeno elementare? La risposta è semplice: alle persone non interessa nulla l'imposizione di una regola scritta o meno; la cosa importante è che quella imposizione non intacchi la propria libertà personale e lavorativa. Peccato che poi legga che queste stesse persone sono dispiaciute delle morti di conosciuti o sconosciuti.....giovani o anziani ecc..... La verità è che a queste persone, che travalicano leggi scritte (cercando alternative di furbizia) o regole di civiltà adducendo che lo fanno perchè altri sono ben più incivili di loro, non gliene frega nulla del prossimo o, se interessa, l'importante che loro non rinuncino alle loro libertà e al loro tornaconto economico
Ho scritto al netto delle regioni rosse, appunto. In questo - e sempre a mio avviso - Fontana e Cirio si stanno rivelando solo degli opportunisti del consenso e non dei presidenti di regione autorevoli. La contrapposizione tra loro e il Governo è squisitamente ideologica e politica, su una decisione che appare a tutti essere inevitabile. In questo momento, a mio avviso, la ragione non è dalla loro parte, ma dalla parte del Governo.
Tanto tra 4 anni ci saremo dimenticati del coronavirus e si ripresenteranno. Non c'è speranza, siamo al capolinea. Se non c'è la dignità, non c'è nulla.
filosofie si ... ma se tutti facessimo gli svedesi saremmo come i turchi poi... E siamo punto e a capo. Quoto anche le pause e i sospiri... È solo egoismo.
Estremizzando: esiste una regola scritta che vieta di uccidere il prossimo; ma se quella regola fosse scritta male e lasciasse al cittadino la possibilità di poterlo fare voi trovereste il coraggio di trovarne il "lato oscuro" per poter perpetrare il vostro intento perchè al momento lo ritenete utile? E se addirittura un domani dovesse essere cancellata questa regola la vostra coscienza vi sarebbe di aiuto per manifestare tale violenza? Le regole scritte ci sono seppur a volte codificate con i piedi; non da meno ci sono regole non scritte che hanno la medesima valenza in un vivere civile soprattutto se si ha il coraggio la mattina di guardarsi allo specchio ed insegnare qualcosa ai propri figli. La rinuncia ad un qualcosa di comodo e di utile (che però la legge non lo vieta) è un regalo che fate a voi stessi e alle persone che pendono dai vostri insegnamenti. Poca importanza se trattasi di rinuncia se poi il fine ultimo è contribuire al bene dei più deboli e dei disagiati. Questo differenzia gli uomini nella classificazione generale. Io oggi sono a casa non perchè mi è stata imposta una quarantena ma perchè il prossimo per me vale tanto quanto la mia persona. E ne sono convinto anche adesso che mia madre mi ha lasciato (non certamente per sua colpa) e mi guarda al di là delle nuvole.