http://www.sportpro.it/doping/news/2007/06.htm#MAIO 14 giugno - PETACCHI, PIEPOLI E MAYO NON NEGATIVI AL GIRO (SALBUTAMOLO E TESTOSTERONE) ROMA – Avrebbe dovuto essere il Giro d’Italia della pulizia e della rinascita dopo gli scandali e invece ecco ancora l’immagine del ciclismo e della corsa rosa nel fango. Stavolta niente blitz di Nas, Finanza o simili: semplicemente e banalmente tre corridori “non negativi” ai controlli antidoping. Tre nomi importanti e di peso. Si tratta del cosiddetto “sprinter gentiluomo”, al secolo Alessandro Petacchi, vincitore di ben cinque tappe nell’ultima edizione, fra cui quella finale a Milano; di Leonardo Piepoli il dominatore della decima frazione con arrivo in salita a Nostra Signora della Guardia, sopra Genova, nonché “spalla” insostituibile per i successi del giovane Riccò, a sua volta dominatore delle Tre Cime di Lavaredo e del vecchio Gilberto Simoni, vincitore sul terribile Zoncolan. Infine c’è anche lo spagnolo Iban Maio, a sua volta primo in solitario alle Terme di Comano. La maglia ciclamino della classifica a punti (Petacchi), la maglia verde del miglior scalatore (Piepoli). La non negatività rilevata al momento (in attesa delle controanalisi) è al salbutamolo per i due italiani, un antiasmatico che in grandi quantità ha notevole effetto anabolizzante, proprio quello che si richiede in una competizione lunga tre settimane e dura come l’ultimo Giro. Per lo spagnolo Maio, a “smarginare” i limiti consentiti è il testosterone, l’ormone della forza. E per avere riscontri maggiori il laboratorio di Roma ha inviato i campioni a Barcellona. In passato il corridore iberico avrebbe presentato oscillazioni dei valori testosterone/epitestosterone e in Spagna si cercherà di capire se sia stata assunta la molecola esogena, oppure no. I tre corridori, per la verità, hanno presentato tutti il regolare certificato di esenzione terapeutica, il documento che attesterebbe la necessità di usare quella sostanza a scopi curativi, appunto. Ma pur nella generosa ottica di queste esenzioni esiste un limite. Per il salbutamolo, che può essere solo inalato (per altre vie sarebbe comunque vietato e il laboratorio cercando di appurare anche questo), la barriera è fissata ai 1000 nanogrammi per millilitro. Oltre quel valore si è comunque considerati fuori regola secondo la Wada. E per i due italiani le quantità trovate sono state di 1400 e 1800 ng/ml. Una cifra difficilmente giustificabile con la semplice inalazione. Petacchi e Piepoli, dunque rischiano due anni di squalifica ove non riescano a dimostrare che non hanno assunto il salbutamolo per migliorare le proprie prestazioni. Due uomini della Saunier Duval, la squadra che più di tutte ha combattuto lungo tutto l’arco della corsa rosa contro la Liquigas, la formazione di Danilo Di Luca, il vincitore di questa edizione. Troppo poco, forse per far pensare ad un trattamento organizzato, ma comunque abbastanza per capire quanto l’ambiente sia ancora impregnato di certe abitudini e certe culture. Con la complicità delle stesse organizzazioni sportive che, attraverso il facile varco delle esenzioni terapeutiche, consentono di fatto l’uso indiscriminato di prodotti altrimenti vietati. Un’esenzione terapeutica nello sport non si nega a nessuno. Ne esistono di due tipi: una “veloce” e una un po’ più complessa. Ed è così anche in altre discipline. Alle ultime Olimpiadi di Torino, secondo fonti Coni, sarebbero state rilevate 64 positività a vari prodotti, ma ci fu un solo caso ufficiale. Tolti 4 casi di campioni civetta del Cio, ne restano 60. Siamo di fronte ad uno sport fatto da malati?
Come ho già avuto modo di dire: ragazzi rivolgetevi ad altri sport. Calo di spettatori=calo sponsorizzazioni e senza soldi senza doping.