Certo, ma come farti arrivare a Belgrado non dipende mica dal governo Serbo. Per Sgranfius potrebbero essere circa 700Km di auto, che a bordo di una M6 diverrebbero quasi divertenti: un pieno in Slovenia dove la benzina costa meno e via.
C'è da fare 2 viaggi con quelli, ma se ti piace Belgrado cosi tanto, per me sta bene, io pero mi faccio il Johnson, che me la cavo con un buco... Mi vedo già bello come il sole e immune come un porfido, prenotare 3 settimane a Kastelorizo per le vacanze estive...
Non mi risulta ci sia garanzia su qualsivoglia vaccino di non prendersi il covid Ergo io ci andrei cauto con le prenotazioni
Al netto della probabile incapacità del governo di oggi come quello di ieri, ritengo che questa esternazione di Draghi possa elevare la persona, se non a livello politico, almeno sotto il punto di vista umano: Draghi tuona contro i furbetti del vaccino: "Basta saltare la fila"
Eeee.. Ma io della madre russia, e del figlio putin, mi fido poco.. E poi ho il terrore sacro delle iniezioni, l'idea di doverne fare 2 quando potrei farne una sola, mi disturba...
Condivido: ognuno pensa al proprio orticello e questo è oramai assodato. Sono lontani i tempi in cui si cedeva il posto ad una persona anziana o ad una madre in "attesa" sui mezzi pubblici. Il mondo è diventato egoista ma sono sempre dell'idea che tutto, prima o poi, torna indietro Mai fare i furbi con il destino: prima o poi ci si ritrova con un bel calcio nelle palle
Questo sarà il destino di tutte le attività non ci dovesse essere una svolta. Se succederà a livello globale, gli imperativi delle prescrizioni cadranno nel dimenticatoio. In diritto un conto è impartire una regola con il rispetto di una grande fetta di popolazione, ma nel momento in cui la regola viene contrastata da tutti, questa perde completamente il suo valore di deterrente e anche una sanzione diventerebbe inutile. Se vieti di uccidere il divieto assume valore: ma se tale divieto non viene rispettato da nessuno il precetto perde di peso specifico. https://www.ansa.it/sito/notizie/cr...te-_81e1e2a6-0cde-40c8-b6cd-0d8e72001460.html
Disobbedienza civile o rivolta civile. Quando l’ingiustizia diventa legge, calpestando i piú elementari diritti, la resistenza diventa un dovere. Questo è quello che prevedo del nostro comune vivere. La democrazia tanto sudata si allontana sempre di piú dalle nostre vite. Se la politica non si accorge per tempo di questa deriva, avremo ben poco da gioire sul nostro futuro e quello dei nostri figli. Spero di sbagliarmi ma i segnali si iniziano a sentire e vedere. È proprio il caso di dire......chi vivrà vedrá. Vorrei tanto che questo mio post non venisse ricordato come un triste presagio
L'ennesima riprova che dopo un anno continuiamo a brancolare nel buio, non sappiamo cosa funziona, cosa non funziona e perche' ... https://www.corriere.it/esteri/21_a...no-ad58dc28-989c-11eb-a699-02d51c5755ff.shtml
La differenza è che da noi chiudere tutto è più semplice che cercare altre soluzioni... non pretenderai mica che i “nostri” esperti si siedano a ragionare per cercare soluzioni? Naaaaa
La mia lettura è questa: posto che un ministro della Repubblica, in questo caso della sanità, non cura le malattie ma opera valutazioni e decisioni politiche affinchè questo possa avvenire al meglio, potrei osservare come le scelte - appunto politiche - siano state prive di quel coraggio che la situazione avrebbe imposto e tutt'ora impone. Ma se può esistere una certa, termine al quale attribuisco il significato di indubitatezza e non di indeterminatezza, inesperienza politica del nostro ministro, a mio avviso del tutto inadeguato e da tempo, è altresì inconfutabile - giunti a questo punto - che altrettanta apparente impreparazione sembra contraddistinguere anche il Comitato Tecnico Scientifico, che appare ogni volta colto di sorpresa. Questa impreparazione sembra quindi spesso sfociare nella confusione, principalmente ma non esclusivamente dei ruoli, all'interno della quale la politica esprime la scienza e la scienza la politica. In mezzo a tutto questo baillame di criteri e opinioni, emergono in modo netto le difficoltà che una classe dirigente sempre più priva di una ancorchè minima capacità e preparazione specifica si trova ad affrontare. La politica è sempre più attenta alla forma della retorica, alla forma espressiva, alla demagogia, al perbenismo ed ha completamente dimenticato cha a essa sono demandate le responsabilità di scelta, di indirizzo, di sostanza e di coraggio: tutto sacrificato in favore della visibiltà. Ma anche i tecnici sembrano orientati verso lo stesso indirizzo, quindi a quale delle due categorie si può in definitiva rinunciare? "[...] Devo offrire ai miei colleghi un quadro affidabile e realistico della situazione e soprattutto fare la proposta su cui poi si aprirà il dibattito. La proposta [...] è sempre la base della discussione e, in una situazione sanitaria così delicata, so che le mie parole molto probabilmente orienteranno l'esito della riunione. Non voglio imporre la mia idea, ma davanti al bivio tra le misure più dure o misure morbide sono convinto che la strada da percorrere sia la la prima. [...] Mentre prendo la parola penso che potrei sbagliare. Ma quali sono le conseguenze se sbaglio per eccesso di prudenza? E quali, se sbaglio per difetto? Nel primo caso, causerò disagi enormi a molte persone e un sicuro danno all'economia. Nel secondo, metterò in pericolo la salute di un numero di persone destinato a crescere in modo esponenziale, sicuramente ci saranno dei morti, e il sistema sanitario potrebbe arrivare al collasso..."