Quindi, in linea del tutto teorica, non si potrebbe nemmeno costringere un individuo a restare domiciliato tra le 22:00 e le 06:00 del mattino successivo? Sono serio è.
Non vi voglio tediare oltremisura ma, secondo voi, quale è il fine primario di una attività lavorativa presso una RSA al di là del guadagno e dell'attività astrattamente considerata? Vi è una sottile linea di confine che spinge certi soggetti a svolgere questo lavoro; vogliamo impropriamente chiamarla "missione" di altruismo verso persone deboli? Orbene se il fine ultimo è anche questo e non sei disposto a proteggerti e conseguentemente a proteggere il paziente a te affidato, sul presupposto non sia possibile il ricollocamento, è di stretta conseguenza l'aspettativa non come disapplicazione del principio enunciato dal II° comma dell'art.32 Cost, ma come applicazione del I° comma del medesimo articolo
Gigi, purtroppo non tutti lavorano per vocazione, ma molti esclusivamente o quasi per sussistenza. Per il resto, sai come la penso: nemmeno a me piace veder limitare i diritti individuali sanciti dalla nostra costituzione, ma questo particolare momento storico che stiamo vivendo è eccezionale sotto tutti i punti di vista. Fosse per me (e, forse, per vostra fortuna non lo è) avrei sospeso perfino la costituzione e applicato leggi marziali al fine di risolvere nel minor tempo possibile e nel modo più efficiente (con il miglior rapporto costi-benefici) la situazione, anche a costo di diventare impopolare o odiato dal 90% della popolazione.
La "carcerazione domiciliare" rappresenta una conditio sine qua non a tutela della collettività non potendosi riscontrare una valida alternativa alla garanzia della salute pubblica. In parole semplici.....visto che non ti posso ricollocare in altra maniera.....tu singolo cittadino te ne stai a casa. E' ovviamente una forzatura visto che l'obbligo rivolto ai singoli, dovessimo sommarlo per tutti, diventa al tempo stesso elemento collettivo. Ma in tal caso prevale l'aspetto salute rispetto al concetto costituzionalmente garantito di libertà in senso assolutistico.
Non so se fatto scientemente o meno (propendo per la prima ipotesi conoscendo la tua sagacia), ma hai colpito nel segno: trattasi di situazione "eccezionale" come se fossimo in guerra e, in tali contesti, ogni editto deve essere interpretato contestualizzandolo e i Giudici sono preposti a questo con tutte le differenze di opinioni e posizioni.
Sul fatto che pochi "lavorano per vocazione" è non solo condivisibile ma anche acclarato. Dovete però considerare che, nelle motivazioni delle sentenze, l'aspetto umano (non solo quello giuridico) spinge a forzare l'interpretazione di una norma. Si chiama "interpretazione estensiva" che, probabilmente, ha portato il giudicante a far pendere la bilancia verso la tutela della parte debole (ospite RSA). Esiste il "favor lavoratoris" nei rapporti tra subordinato e datore nei procedimenti di lavoro? Ecco.....fate finta che questo principio sia stato traslato a favore degli ospiti di una RSA a decremento dei diritti dei lavoranti nella struttura di cui è causa
Purtroppo nelle rsa chi fa il lavoro con il cuore sono una piccola (e preziosa) minoranza, molti operatori socio sanitari sono lavoratori che rimasti disoccupati si sono riciclati nel sociale non trovando altro. Discorso assai diverso per gli infermieri che arrivano invece da un percorso di laurea specifico e che hanno quindi ben scelto quella professione. Sia chiaro non voglio dire che tutti gli oss se ne freghino del loro lavoro anzi molti sono scrupolosi e di cuore ma per moltissimi quella professione è solo una seconda scelta, un ultima spiaggia. Il discorso non ti vaccini non lavori quindi per gli infermieri è come per i medici ancor più corretto. In relazione poi alla sentenza non credo fosse nemmeno necessario appurare l'impossibilità di trasferimento ad altro ruolo ma sia sufficiente equiparare il vaccino ad un dpi e se non vuoi usare i dpi è solo una tua scelta e il datore di lavoro non è tenuto a cercare altra collocazione.
Condivido totalmente! Purtroppo in Italia c'è questa tendenza a voler dimostrare pubblicamente che le parti deboli sono sempre tutelate, anche a costo di creare un grave danno al resto del sistema. Fino al punto che per dimetterti (volontariamente) da un'azienda devi impazzire tra mille burocrazie anche quando potrebbe bastare una semplice raccomandata o PEC (situazione personale che mi sta facendo girare i maroni a mille).
E' un "plus" a supporto della decisione pur non costituendo, probabilmente, elemento determinante del contenuto finale del dispositivo: a casa senza stipendio La valenza dell'elemento "ricollocamento si o no" vale per noi operatori del diritto qualora dovessimo usare la sentenza al fine di difendere un futuro nostro assistito: non potremo tout court dire che l'unico elemento è "vaccino si o vaccino no" ma dovremo obbligatoriamente prendere in considerazione il "ricollocamento si o no" qualora volessimo usare il provvedimento di specie per supportare le nostre tesi difensive.
Intanto i nodi inglesi vengono al pettine... https://www-lastampa-it.cdn.ampproj...osi-in-italia-e-scontro-con-londra-1.40064341
Questo aspetto è vero, ma lo è altrettanto il fatto che sulle dimissioni moltissimi datori di lavoro hanno ricattato i propri dipendenti, facendo firmare loro "in bianco" le proprie dimissioni, da usare come leva ricattatoria.
Forse ho una visione troppo personale della faccenda, ma ho sempre detto a tutti i miei datori di lavoro che qualora non fossi più stato apprezzato avrebbero semplicemente dovuto chiedermi di andarmene e l'avrei fatto. Cosa che peraltro è accaduta. Quanto al trucco di far firmare anticipatamente tale lettera, ho almeno un paio di amici imprenditori che si vantavano di applicare tale strategia. Personalmente non avrei mai accettato un lavoro a tali condizioni perchè presuppone una totale mancanza di fiducia tra le parti già in partenza ed in un simile clima oltre a non lavorare bene, si riesce spesso a dare il peggio di sé. Ma capisco anche che qualcuno, disperatamente, possa accettare.
Tanto per chiarire il profilo, uno dei due era un piccolo imprenditore locale, feroce leghista e con una certa visione delle cose...... oggi, dopo aver sposato la figlia di un industriale lombardo ed avendo assunto un ruolo dirigenziale sotto al suocero, è improvvisamente diventato comunista e radical chic
Come possono cambiare le persone E' come se un "pubblico" decidesse di lavorare nel privato oggi a tempo covid: vedi come cambierebbe radicalmente idea sui nostri governanti. Ergo: "buonisti" con il culo degli altri