In linea di principio se lo stato prende le tasse sui proventi della prostituzione è anch'esso passibile di favoreggiamento ...
@Gigi63 oppure @Alebmwx3 , mi pare di aver letto da qualche parte che allo stato attuale, in Italia, la prostituzione non è un reato, ma lo sono solo lo sfruttamento o il favoreggiamento. Quindi un uomo o una donna che lo facciano, come lavoro all'interno della propria abitazione, non sono perseguibili e anzi forse, con qualche scappatoia fiscale potrebbero pure (volendo) pagare le tasse. Ricordo male?
è una situazione surreale c’è stato un caso di una escort che subì un furto di gioielli denunció il fatto ai carabinieri, indicando in circa 100k il valore dei beni sottratti i carabinieri son scemi ma non così scemi, guardano la tipa, che non doveva essere da buttare via e, nel dubbio, girano copia della denuncia alla gdf putacaso tempo 7-8 mesi la tipa si ritrova con 3-4 anni di accertamenti induttivi sul collo parte in quarta, becca un collega (a cui la ha certamente sventolata ripetutamente sotto il naso) e ricorre tutti gli accertamenti per soprammercato prende anche un collega di gigi (tanto è gratis, na lavata, n’asciugata, la par manco adoperata) e porta un esposto in procura dove taccia il direttore centrale dell’ade di sfruttamento della prostituzione occhio che la prostituzione non esiste, dunque non è reato poi magicamente escono gli ermellini e con due tre capriole stabiliscono che è legittima l’imposizione sui frutti delle attività illecite, e la prostituzione rientra tra di esse cantavano i negrita and the party is over........
Ricordo vagamente la storia e questa frase mi lascia molto perplesso ... È più deprecabile pagare le tasse su una attività illecita o non pagarle su una lecita? Questo marzulliano.
Ricordi benissimo. La prostituzione di per se stessa non è da considerarsi un reato in Italia a meno che non venga esercitata da soggetti minori o svolta in pubblico compiendo atti osceni; non è reato neppure usufruire di prestazioni sessuali nel rispetto, sempre, di luogo e atti. Gli unici reati perseguibili sono lo sfruttamento, l'induzione e favoreggiamento o se, al di fuori dei tre casi citati, venga esercitata in case d’appuntamento, alberghi o similari. @Alebmwx3 potrà essere più preciso in quanto conoscitore della materia
Da un punto di vista strettamente fiscale la prostituzione è assimilabile ad un qualsiasi lavoro autonomo se viene svolta in forma abituale e continuativa
Articolo vecchio. Conosco "quel" Vendramello e non era certo l'unico ad accettare pagamenti elettronici per certe prestazioni. Anche se dubito fosse prassi regolare. Tanto più perchè chi frequenta certi ambienti solitamente vive di professioni non troppo legali e pertanto maneggia quasi esclusivamente contante. Presumo che nella maggior parte dei casi (sia in Italia che all'estero) le corresponsioni per il mestiere più antico del mondo siano ancora in contanti.
In un vecchio episodio delle Iene provarono a far chiarezza sul punto. Finsero di essere una "libera professionista" e contattarono l'agenzia delle entrate, consulenti del lavoro, la GdF, il ministero delle finanze chiedendo come una prostituta autonoma potesse mettersi in regola e alla fine nessuno riuscì a fornire una risposta che non fosse qualcosa del tipo "si metta in regola come massaggiatrice" o qualcosa di simile. In pratica, la possibilità di prostituirsi (autonomamente) è concessa, ma non può essere dichiarata se non assimilandosi ad altre professioni.
Quindi devo dichiarare il falso per essere in regola ... in altre parole lo stato non puo' essere coinvolto nell'attivita' riscuotendone le tasse, altrimenti la favoreggerebbe. Un bel rebus all'italiana.
Riporto testualmente: "L’attività svolta dalle prostitute genera un reddito imponibile ai fini IRPEF. Se effettuata in maniera abituale è soggetta anche alla tassazione IVA . Infatti, l’abitualità dello svolgimento di una qualsivoglia attività rileva, come noto, anche ai fini dell’applicazione imponibile indiretta. In questi termini si è pronunziata la Suprema Corte con la decisione n. 15596 del 27 luglio 2016. La vicenda posta all’attenzione degli Ermellini scaturisce da un accertamento fiscale della Guardia di Finanza svolto nei confronti di una donna, che risultava non avere mai denunziato i propri redditi, ma era intestataria di numerosi beni di lusso e di altrettanto numerosi conti correnti bancari attivi. L’accertamento della Guardia di Finanza si conclude con il recupero a tassazione dei redditi imponibili della donna ricavati dai dati provenienti dai conti correnti bancari. La donna si rivolge alla Commissione Tributaria impugnando l’esito dell’accertamento svolto dalla Finanza sostenendo che i redditi accertati non possono essere tassati perché provenienti dall’attività di prostituzione svolta dalla stessa. La vicenda approda in Cassazione. Gli Ermellini precisano che l’attività della prostituzione non è di per sè illecita e affermano che la natura reddituale attribuita dalla legge ai ricavi derivanti da attività illecite, con la conseguente tassabilità, comporta che venga riconosciuta natura reddituale anche ai ricavi derivanti dall’attività della prostituzione, da considerarsi come redditi diversi. La Suprema Corte richiama una pronunzia della Corte Europea (20 novembre 2001) che ha riconosciuto l’attività di prostituzione come una prestazione retribuita rientrante nella nozione di attività economica e ha chiarito che è compito del Giudice valutare, caso per caso, se si tratti di lavoro autonomo puro privo di induzione e costrizione. E’ stato, dunque, confermato che la donna, per sua stessa ammissione, in piena libertà ed autonomia si prostituiva. Trattandosi di attività del tutto assimilabile al lavoro autonomo per la sua abitualità con conseguente tassabilità delle somme percepite. Diversamente, nei casi di prostituzione occasionale la ratio della tassabilità si rinviene ex lege nel DPR 917/1986. Al riguardo viene specificato che la prostituzione abituale od occasionale genera comunque un reddito imponibile alla tassazione Irpef. L’aspetto dell’abitualità rileva anche ai fini della imposizione Iva ai sensi del DPR 633/1972."
direi che gli unici che hanno tratto giovamento dalla questione sono il collega che assisteva la buona donna e l'avvocato, che certamente hanno avuto compensi in natura................
Diciamo che, professionalmente, il "pagamento in natura" è cosa abbastanza consolidata Basti vedere i cosiddetti "fringe benefits" nel settore dirigenziale quali elementi aggiuntivi alla normale retribuzione corrisposti allo scopo di integrare il normale compenso e incentivare il dipendente ad una maggiore produttività. Noi avvocati/liberi professionisti , rispetto a questa categoria di lavoratori, siamo degli "amatori"
Vedo che la pronuncia è del 2016. Peccato, perchè se fosse avvenuta qualche anno prima, durante il governo Berlusconi, forse avrebbero potuto riaprire ufficialmente i bordelli
https://www.dagospia.com/rubrica-30...talanta-che-ieri-sera-si-ammassati-262189.htm Ma per questi non si incazza nessuno scusatemi? Ah, vale anche per quelli di Sabato a San Siro naturalmente.
No, non si può. Molto più divertente (e comodo) fare la reprimenda ai cittadini che invadono le vie dello shopping. Se attacchi gli ultrà rischi che poi ti si rivoltino contro.... e quelli son cattivi! Forte con i deboli, debole con i forti.... è sempre stato così.
Quando si tratta di sport (soprattutto calcio) tutto è permesso Dei totali imbecilli.....ma la cosa non mi stupisce
E comunque Manlio Di Stefano, quello che quando scoppiò un deposito al porto di Beirut manifestò la propria solidarietà agli amici libici anzichè a quelli libanesi, è stato confermato Vice Ministro degli Esteri. No. Non ce la faremo mai...
Ieri sera c'era uno spiegamento di forze dell'ordine non banale in giro per la citta', come tutte le volte che c'e' una partita di una certa rilevanza per le tifoserie ... ma non si riesce ad evitare tutto cio' in "tempi di pace", figuriamoci ora che non li fanno neanche entrare allo stadio.
Non capisco perché non aprire gli stadi....due metri di distanza da ogni seggiolino....si è all'aria aperta e afflusso e deflusso possono essere gestiti benissimo. Sia chiaro vale anche per i cinema/locali/ecc.ecc. Alla fine si evitano tutti questi assembramenti...... Cioè siamo messi peggio quando siamo in fila alla cassa di un supermercato/farmacia/bar (al chiuso).