Precedentemente in settimana un nuovo referto dalla Cina ha evidenziato il fatto che BMW fosse interessata nell’unire le forze con il produttore cinese Great Wall. Inizialmente ciò non sembrava avere molto senso, dato che il brand tedesco è già in cooperazione con una diversa compagnia in Cina, la Brilliance Automotive, come stabilito dal regolamento del governo cinese. Fino ad ora, BMW e Brilliance Automotive hanno lavorato perfettamente assieme raggiungendo diversi traguardi, quindi separarsi da quest’ultimi non avrebbe molto senso. Un nuovissimo referto, però, suggerisce che il brand su cui ricadrebbe l’attenzione in questo caso sarebbe MINI.
Secondo Automotive News, che quota fonti anonime presenti in entrambe le aziende, il gruppo BMW sta negoziando con Great Wall con lo scopo di portare in Cina la produzione di Mini. Dato che MINI è un brand differente da BMW, le leggi in Cina impongono di trovare una compagnia locale con la quale cooperare se vuole espandere le proprie filiere produttive nel paese. Great Wall sarebbe un ottimo partner, dato che si tratta uno dei brand automobilistici più grandi della Cina.
In che paesi si produce la MINI
Questa sarebbe la prima volta in cui la produzione di MINI verrebbe svolta in un paese esterno all’Europa, dato che il brand britannico produce nel Regno Unito, nei Paesi Bassi e in parte in Austria. C’è ancora qualche ostacolo lungo il percorso, dato che Great Wall è di fatto un produttore di SUV e non ha esperienza per produrre auto piccole. Comunque, ciò sarà un problema facile da risolvere, dato che l’esperienza di BMW aiuterà a colmare le lacune.
Questa mossa consentirebbe a BMW di esportare auto dalla Cina – con un notevole risparmio economico – una volta che la Brexit sarà completa e le tariffe tra il Regno Unito e l’Unione Europea verranno introdotte. Quindi, questo è un programma a lungo termine che aiuterà i tedeschi a limitare i danni causati dal fatto che il Regno Unito lascerà l’Unione Europea. Sfortunatamente, nessuna fonte ufficiale ha confermato le notizie quando interpellati, e c’è quindi ancora da capire se questi referti sono realtà o solo un buco nell’acqua.