Il potere logora chi non ce l'ha, diceva sornione l'astuto Andreotti...ed è evidente a tutti che la sinistra sia estremamente logorata. Strategicamente: cosa resta dei grandi valori, delle grandi intuizioni del grande pensiero socialista in una formazione che ha quasi perso la sua identità? Tatticamente: verrebbe da chiedersi se la sinistra esiste...quali i suoi confini, quali le sue componenti, quali le sue alleanze Comunicazionalmente: se ancora la sinistra ha dei contenuti da offrire, è palese che ha una grande difficoltà a comunicarli... Ma sopratutto: cos'è diventata la sinistra? una brutta copia del defunto partito liberale? e come ridare vita e dignità politica ad un'idea che è stata il fulcro dei grandi progressi sociali del 900?
Tema interessante e funzionale ad un dibattito parallelo a quello su centrodestra. Esprimete le vostre opinioni
Se mi permettete, vorrei aggiungere qualche spunto ulteriore di riflessione 1) il paradosso storico della sinistra Italiana: un partito comunista importante, un piccolo partito socialista, un microscopico partito socialdemocratico 2) la scomparsa dal parlamento della sinistra "massimalista" 3) il connubio tra idee socialiste ed idee liberali: un abbraccio mortale?
I paradossi a sinistra cominciano probabilmente dal congresso di Livorno del 1921 e hanno accompagnato tutta la storia della sinistra italiana, in bilico fra progressismo e spinte nostalgiche. Quella degli ultimi decenni si è messa in luce per l'assoluta incapacità di parlare un linguaggio comprensibile alla gente.
Parere personale: la sinistra ha segnato la sua fine da quando portano avanti la loro crociata personale contro SB.
a me parrebbe invece che, talvolta, la cosiddetta "crociata" contro sb mascheri il vuoto di sostanza (o i conflitti interni) della sinistra di oggi NB: a volte quando mi parlano di "crociata" contro sb, mi verrebbe da rispondere: ma quando la sinistra era al governo, cosa ha fatto contro il cav? nulla di nulla di nulla...:wink:
Onestamente, cosa potevano fare? Per andare al governo hanno buttato insieme una risma di persone paragonabili a cani e gatti, il che è risaputo a tutti che non vanno d'accordo nemmeno per un secondo, cosa potevano "effettivamente" fare?
ancora più interessante chiedersi: cosa ci si aspetta dalla sinistra? 1) fare l'opposizione sempre e comunque 2) una politica di governo socialdemocratica 3) un liberismo moderato 4) fare la rivoluzione... oppure?
Diciamo che il punto 1 è sempre verificato. Se si verificasse il punto 2 sarebbero gia ad un buon punto. Aggiungo una riflessione personale ma che può valere per destra e sinistra: ma qualche volto nuovo e giovane? Perchè sono piu di 20 anni che ci propinano i soliti vecchioni bolliti e ribolliti?
Più che altro non ho capito questa ossessione di marcare a uomo Berlusconi: se sei convinto di avere programmi e ideali migliori perchè non ignorare l'avversario? Se incarni le aspettative degli italiani vinci a prescindere dal fatto che l'altro candidato premier sia Berlusconi o Topo Gigio. Invece no, la sinistra (più il PD che la sinistra radicale a dire il vero) è in primis antiberlusconiana, poi se avanza qualcosa parla anche dei temi storici. Mi chiedo una cosa: visto che da 15 anni questa tattica ha dato pochi risultati, perchè per una volta non cambiano strategia? Al peggio rimangono sulle posizioni attuali, ma se invece fosse vincente?
Ho sempre considerato la sinistra come quell'ala di governo "buona", quella che ti aiuta quando sei in difficoltà e ti lascia libero di fare anche carriera e "supercarriera" (intendo liberismo e massima libertà nella distiribuzione dei beni, secondo meriti). Poi ho sentito parlare del comunismo, ho sentito parlare dell'annullamento di libertà personale e di iniziativa. Io non ho ben capito cos'è la sinistra, e cos'è la Sinistra Italiana. E' solo un modo per prendere potere, o è invece un insieme di idee che possono benissimo diventare riforme ? Non vorrei aprire il capitolo Comunismo, la nomenklatura, e tutti gli apparati estremisti di sinistra (come molte volte viene fatto per la destra). Vorrei solo sapere cosa vuol dire essere di sinistra: essere di sinistra perchè si è poveri e si sa che la propria vita non sarà mai lavorativamente ed economicamente e socialmente in grado di resistere agli altri, oppure c'è uno spirito che guida il tutto? *Il mio pensiero potrebbe far pensare che io consideri la sinistra come la politica dei buoni, di quelli bravi, e la destra la politica dei cattivi, dei "penso solo alla mia categoria senza una precisa morale". In effetti è così, anche se mi sento destrorso.
Il buono o il cattivo dipende dal punto di vista. E soprattutto non necessariamente ciò che sembra cosa buona a prima visto non è detto che lo sia poi veramente. Ad esempio la sberla al figlio quando fa una cosa sbagliata: non lo fai perchè gli vuoi male ma perchè cerchi di educarlo e per il suo futuro. La sinistra invece l'ho sempre vista come quella che vizia il bimbo e al posto della sberla educativa a fin di bene gli da quello che il bambino chiede.
Aggiungo, continuano a cambiare i segretari per aggiustare le cose, ma alla fine le idee rimangono sempre le stesse, come i risultati!!
Non preoccuparti Ale, non l'hanno capito neanche loro /emoticons/biggrin@2x.png 2x" width="20" height="20"> Intanto esistono, sono sempre esistite, molte sinistre. Non mi riferisco solo a quella socialdemocratica di ispirazione occidentale e quella massimalista di ispirazione leninista. Più volte ci sono state nell'una come nell'altra parte scissioni (pensate ad esempio, in area socialista al PSI-PSLI-PSU-PSDI), come se l'individualismo sia, in un'area del politica che propugna il sacrificio dell'individuo a favore del gruppo, la strada maestra.
vorrei ricordare una cosa: quando i bambini venivano fatti lavorare nelle miniere, quando in fabbrica si lavorava per 14 ore senza alcun diritto e per un salario da mera sussistenza, non è stata la destra liberale a far cambiare le cose, ma il movimento socialista... per precisionie storica quello che oggi forse la sinistra non ha più è un vero spirito combattivo...e forse qualche cosa per cui valga la pena di lottare...
verissimo...e passa anche per un radicale cambiamento di situazione (e di valori) della classe dei lavoratori...adesso che nessuno più muore di fame o lavora 14 ore al giorno...