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BMW USA: nessuna conseguenza negli impianti Messicani

BMW USA - BMW Group Mexico Plant
BMW USA – BMW Group Mexico Plant

BMW USA: nessuna conseguenza negli impianti Messicani, dopo la minaccia di Trump di imporre dei dazi doganali del 35%

BMW USA: nessuna conseguenza negli impianti Messicani, dopo la minaccia di Trump di imporre dei dazi doganali del 35%.

Anche dopo l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, il BMW Group sta continuando i suoi piani per la costruzione del nuovo stabilimento in Messico. La minaccia di tasse alte all’importazione di auto prodotte in Messico per il mercato americano, non è ovviamente sufficiente per influenzare l’espansione della rete di produzione, che è già stata avviata.

Presso il sito di San Luis Potosi, dove la posa della prima pietra inaugurale ha avuto luogo la scorsa estate, la BMW Serie 3 G20 è programmata per uscire dalla sua linea di produzione dal 2019 in poi, ed i piani sono già parlando circa 150.000 unità all’anno prodotte. Grazie all’investimento di circa un miliardo di dollari, sarà anche possibile creare circa 1.500 posti di lavoro in Messico.

Nel contesto del Detroit Auto Show 2017, il CEO di BMW Ian Robertson ha anche commentato i piani della società.

“Abbiamo bisogno di capacità aggiuntiva, quindi abbiamo scelto di costruire un impianto in Messico. L’impianto di Spartanburg produce un massimo di 450.000 vetture l’anno. Io non credo che ci sia alcuna discussione che BMW non è di casa negli Stati Uniti. Sì, stiamo costruendo un impianto in Messico, Sì abbiamo costruito uno stabilimento in Brasile l’anno scorso. Sì stiamo costruendo impianti in altre parti del mondo, così per aumentare la nostra capacità produttiva. Ma questo fa parte di una normale strategia di produzione. In una configurazione globale, questo è normale. In fin dei conti, il nostro impegno per gli Stati Uniti è forte.”

Il dietro-front di FORD ed i dazi doganali

La scorsa settimana, Ford ha rinunciato ai piani per la costruzione di un nuovo stabilimento messicano da 1’600’000’000 $. Il CEO, Mark Fields, ha detto che la decisione è stata presa “in modo indipendente” e non aveva fatto un accordo speciale con Trump.

Durante la campagna elettorale, Trump ha suggerito una tassa di importazione del 35 per cento per le aziende che producono al di fuori degli Stati Uniti e, da quando è stato eletto presidente, ha mantenuto alta la pressione sulle imprese per non spostare la produzione all’estero. Ne sapremo di più con il trascorrere del tempo.

About Michele Picariello

Ingegnere Meccanico con la passione per la scrittura. Si dedica da tempo alla ricerca di informazioni tecniche e commerciali per il mondo BMW e le realtà ad esso connesse.

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